Questi gli argomenti principali che abbiamo trattato:
- Visti Schengen, Balcani occidentali e asilo
- Asilo negli Stati europei
- Corte di Giustizia dell'Unione europea
- Libia
- Sistema europeo comune di asilo
- Eurodac
- Credibilità nella procedura di asilo
- Ufficio europeo di sostegno per l'asilo
- Australia
Si è parlato molto di Balcani occidentali in questo periodo.
E lo si è fatto soprattutto per lamentare l'eccessivo numero di domande di asilo presentate da cittadini di quei Paesi, che, esenti dall'obbligo di visto per entrare – per brevi periodi – nell'area Schengen, ne approfitterebbero, secondo quanto lamentato da alcuni Stati membri, per depositare domande di asilo poi giudicate in gran parte infondate.
Il 5 e 6 novembre si è svolto a Tirana un incontro fra i ministri responsabili per gli Affari Interni dei Paesi dei Balcani occidentali, la Commissione europea e la presidenza di turno cipriota dell'UE.
Il nostro post di approfondimento si può trovare qui.
Sempre su questo argomento abbiamo segnalato:
- il comunicato di alcune ONG tedesche (Stop the racist propaganda against Roma people!)
- la richiesta del Ministro dell'Interno della Germania di sospendere la liberalizzazione dei visti per serbi e macedoni.
Il 7 novembre, la Commissione europea ha proposto di allargare il beneficio dell'esenzione dall'obbligo di visto ad altri 16 piccoli Stati insulari del Pacifico e dei Caraibi.
In novembre si è conclusa la pubblicazione della nostra prima scheda-Paese della rubrica Asilo negli Stati europei, quella dedicata alla Francia.
Sono infatti uscite:
la puntata n. 5, dedicata alla Fase giurisdizionale dell'esame della domanda di asilo
la puntata n. 6, sul contenuto della protezione (diritti e doveri dei titolari di protezione internazionale dopo il riconoscimento)
la puntata n.7, che contiene le principali fonti consultate e le norme di riferimento
A breve saremo in grado di arricchire la scheda sulla Francia con un'intervista (V. qui, intervista con Carolina Kobelinsky) e di procedere con la pubblicazione della seconda scheda, dedicata all'Irlanda.
Tutte le schede-Paese (e le relative interviste) si possono facilmente trovare cliccando qui.
Il 6 novembre la Corte di Giustizia dell'Unione europea ha pronunciato una sentenza di interpretazione della "clausola umanitaria" del Regolamento Dublino II, nella causa K (C-245/11), nata a seguito di una domanda di pronuncia pregiudiziale proposta alla Corte da un giudice austriaco.
In sostanza, la Corte ha stabilito che, qualora insorgano situazioni di dipendenza che rientrano fra quelle previste dall'art. 15 (2) – persona dipendente dall'assistenza di un'altra a motivo di una gravidanza, maternità recente, malattia grave, serio handicap o età avanzata - se le persone si trovano in uno Stato membro diverso rispetto a quello competente in base ai criteri del Regolamento Dublino, tale Stato è di regola obbligato a lasciare assieme tali persone, a patto che il legame familiare esistesse già nel Paese di origine.
Sottolineiamo: si tratta di un obbligo, non di una facoltà, come potrebbe apparire dal testo italiano del Regolamento Dublino.
V. qui per il nostro post di approfondimento sulla sentenza.
Un'altra sentenza della Corte di Giustizia rilevante ai nostri fini è stata pronunciata il 22 novembre, allorché i giudici di Lussemburgo (nel caso M.M., C-277/11) hanno risposto ad una domanda di pronuncia pregiudiziale sull'interpretazione dell'art. 4 § 1 della Direttiva Qualifiche, avanzata da un giudice irlandese.
Si tratta di una sentenza molto particolare, in quanto nasce da un caso intrinsecamente legato alla particolare procedura di asilo irlandese. Tuttavia, ce ne siamo occupati da vicino in quanto la Corte ha richiamato e chiarito alcuni principi generali, in particolare relativamente al contenuto dell'obbligo di cooperazione con il richiedente asilo e al diritto al contraddittorio.
V. qui il nostro post di approfondimento sulla sentenza.
- Libia
Il 6 novembre Amnesty International ha espresso in un comunicato dal titolo "We are foreigners, we have no rights" la sua preoccupazione per la cooperazione tra UE e Libia in materia di immigrazione.
Abbiamo segnalato un interessante intervento del prof. S. Peers sullo stato dell'arte del Sistema europeo comune di asilo.
L'ufficio europeo dell'UNHCR ha pubblicato i suoi commenti sull'ultima proposta della Commissione europea per la modifica del Regolamento Eurodac, attualmente in discussione fra i co-legislatori.
- Credibilità nella procedura di asilo
E' stato un intervento molto apprezzato.
In questo post su Asilo in Europa, Barbara Sorgoni – docente all'Università di Bologna – ci aiuta a riflettere sul processo di raccolta, indagine, valutazione dei racconti alla base delle domande di asilo, mettendo in dubbio la presunta neutralità, fluidità e trasparenza di ognuno di questi passaggi.
Il 25 e 26 novembre si è svolto il secondo "Consultative Forum" dell'Ufficio Europeo di Sostegno per l'Asilo.
Qui si può leggere il comunicato stampa dell'Agenzia UE con sede a Malta.
- Australia
Siamo andati anche molto lontano dall'Unione europea, per dare conto di quanto sta succedendo in Australia, dove il governo ha da qualche mese ripreso una politica di qualche anno fa e conosciuta come "Pacific Solution".
In poche parole, i richiedenti asilo sono trasferiti, dal territorio australiano, verso Nauru e Papua Nuova Guinea.
Lì attendono che la loro domanda sia esaminata all'interno di campi. Campi che Amnesty International, in un comunicato stampa del 23 novembre, ha definito "degradanti".