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lunedì 24 giugno 2013

Asilo negli Stati europei. BELGIO - Parte 5. Fase giurisdizionale


Dopo aver passato i giorni scorsi a preparare la presentazione dei primi dati della nostra ricerca sui provvedimenti del Tribunale di Bologna in materia di protezione internazionale (per chi se li fosse persi, è possibile ritrovarli qui), oggi torniamo ad occuparci della nostra rubrica Asilo negli Stati europei.


Per chi non sapesse di cosa si tratta, ricordiamo che da alcuni mesi abbiamo avviato uno studio sul funzionamento dei sistemi di asilo di altri Paesi
Ad oggi, abbiamo esaminato la Francia, l'Irlanda, Malta e, appunto, il Belgio. Tutte le relative schede si possono trovare qui.

credit: Alberto Campi


Oggi riprendiamo il filo del discorso là dove lo avevamo lasciato, cioè alla quinta puntata della nostra scheda sul Belgio, dedicata alla fase giurisdizionale
Dove ed entro quali termini si devono presentare i ricorsi contro le decisioni in prima istanza sulle domande di asilo? Quanti tipi di ricorso esistono e quali aspetti tengono in considerazione i giudici nel decidere? 
Come sempre, anche la puntata di oggi è molto ricca di particolari e siamo certi che sarà di sicuro interesse per chi legge.

Buona lettura!


BELGIO
5) Fase giurisdizionale


Contro le decisioni del CGRA (Commissariato generale per i Rifugiati e gli Apolidi, V. Parte 4 – Esame della domanda) in merito alle domande d'asilo, è possibile presentare ricorso presso un tribunale amministrativo speciale: la Corte per le cause in materia di Immigrazione

A seconda del tipo di decisione del CGRA (vedi Parte 4 – Esame della domanda), il ricorso sarà nel merito della domanda o in annullamento
Nelle prossime righe esamineremo entrambe queste possibilità.

Anche contro una decisione dell'Ufficio Immigrazione sulla procedura di Dublino è possibile fare ricorso presso questa Corte.

Il richiedente asilo ha, durante tutta la procedura d'asilo (e quindi anche in fase di impugnazione), diritto all'assistenza gratuita di un avvocato.

1) Il ricorso nel merito

Questo tipo di ricorso è automaticamente sospensivo ed è possibile sia in caso di diniego della domanda di protezione internazionale sia in caso di riconoscimento della protezione sussidiaria (per ottenere lo status di rifugiato)

La Corte in questo caso ha pieni poteri e dunque riesamina completamente la domanda. Queste le decisioni che può prendere:
- riformare la decisione del CGRA
- annullare la decisione del CGRA e rinviare il caso al CGRA per un ulteriore esame (vedi oltre)
- confermare la decisione del CGRA.

Attenzione: se il ricorso era presentato contro una decisione di rifiuto dello status di rifugiato ma riconoscimento della protezione sussidiaria, la Corte può anche riformare la decisione del CGRA nel senso di negare la protezione sussidiaria riconosciuta in prima istanza. Ciò è avvenuto in particolare nel caso di un richiedente asilo iracheno e questa decisione della Corte ha dato luogo ad un cambio di politica per il CGRA che da quel momento ha deciso di non riconoscere più automaticamente la protezione sussidiaria agli iracheni provenienti da Baghdad o dall'Iraq centrale.

Pur avendo pieni poteri, la Corte non dispone di poteri d'inchiesta propri. Ciò significa che, per decidere, la Corte si può basare unicamente sugli elementi già presenti nella cartella del richiedente (la decisione del CGRA, il verbale dell'intervista, eventuali documenti presentati di fronte al CGRA) e gli elementi presentati nel ricorso scritto del richiedente.
Quando la Corte è dell'avviso di non potersi pronunciare su una domanda perché le mancano degli elementi che dovrebbe ricercare più a fondo, essa annulla il ricorso e lo rinvia al CGRA il quale dovrà quindi prendere una nuova decisione. Questa non sarà necessariamente positiva, ma il CGRA dovrà tener conto nell'esame della domanda delle osservazioni fatte dalla Corte.

La procedura di ricorso è formale e quasi interamente scritta. Il richiedente viene invitato ad un'udienza ma il giudice deve tenere in considerazione unicamente gli elementi presentati nel ricorso e già presenti nella cartella del richiedente. Il richiedente e il suo avvocato possono intervenire e presentare oralmente i loro argomenti ma solo nei limiti in cui questi sono già stati presentati nel ricorso scritto.
In certi casi è possibile presentare nuovi elementi al momento dell'udienza, ma la legge prevede dei criteri precisi:
- i nuovi elementi trovano supporto nel ricorso scritto E
- sono di un livello che potrebbero influenzare il carattere fondato o infondato del ricorso E
- il richiedente motiva in modo plausibile il motivo per cui non ha potuto presentare questi elementi in uno stadio precedente della procedura.

Una modifica della legge ancora in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del Belgio viene a semplificare la procedura per presentare nuovi elementi in appello. Questa modifica obbligherà il giudice a prendere in considerazione ogni nuovo elemento che abbia attinenza con una possibile violazione dell'art.3 CEDU in caso di espulsione del richiedente o che aumenti visibilmente le possibilità di una decisione di riconoscimento dello status di rifugiato o della protezione sussidiaria. 

Il termine per presentare ricorso
Il ricorso scritto deve essere presentato entro 30 giorni dalla notifica della decisione negativa del CGRA. Per i richiedenti asilo in detenzione il termine per il ricorso è di 15 giorni a causa della procedura accelerata.

L'udienza
All'udienza il richiedente deve farsi rappresentare da un avvocato. Il CGRA prepara una nota di replica al ricorso del richiedente e si presenta all'udienza come parte imputata. 
Se una delle due parti non si presenta all'udienza, questa viene considerata in torto.
Se il giudice ritiene che per decidere non sia necessario che le parti si esprimano oralmente, può decidere di esaminare il ricorso in modo prioritario, senza tenere un'udienza. Le parti ne vengono messe al corrente e hanno 15 giorni di tempo per richiedere di essere sentiti.

Formazione della Corte
La Corte è generalmente formata da un giudice. Per garantire l'uniformità della giurisprudenza – ad es. in presenza di casi particolarmente complessi o “nuovi”, oltre che per assicurare l'uniformità tra le camere francofone e quelle nederlandofone – il giudice può decidere di presiedere l'udienza in formazione di 3 giudici oppure in Assemblea Generale con tutti i giudici.

Possibilità di sanzione in caso di ricorso manifestamente irregolare
In caso di ricorso manifestamente irregolare il richiedente può ricevere una sanzione da 125€ a 2.500€.

Permesso di soggiorno durante la procedura
Il ricorso 'ai pieni poteri' della Corte è automaticamente sospensivo. Il richiedente rimane dunque regolarmente in Belgio fino alla decisione definitiva della Corte.

Il termine della sentenza
La legge non prevede in generale un termine vincolante entro cui la Corte deve raggiungere una sentenza, eccetto per la procedura in detenzione.

La procedura del ricorso in detenzione
Per i richiedenti asilo in detenzione vige anche nella fase giurisdizionale una procedura accelerata. Il termine per introdurre un ricorso è più corto: 15 giorni invece di 30. Non appena la Corte riceve il ricorso richiede la cartella completa del richiedente al CGRA. Il CGRA deve inviarla entro 3 giorni. Passati i 3 giorni la Corte invita le parti all'udienza entro 5 giorni. Infine dopo l'udienza la Corte ha ancora 5 giorni per pronunciare la sentenza.


2) Il ricorso in annullamento e la richiesta di sospensione

In certi casi non è possibile un ricorso 'ai pieni poteri' della Corte, ma solo un ricorso in annullamento.
Il ricorso in annullamento non sospende automaticamente l'effetto della decisione presa. Un richiedente asilo può dunque essere rimpatriato prima di aver ricevuto una decisione.
La richiesta (motivata) di sospensione della decisione può tuttavia essere presentata alla Corte assieme al ricorso.

I casi in cui solo il ricorso in annullamento è possibile sono i seguenti:
- decisioni di 'non presa in considerazione' da parte dell'Ufficio Immigrazione in applicazione della procedura di Dublino (l'Ufficio Immigrazione decide che il Belgio non è responsabile per l'esame della domanda d'asilo)
- decisioni di 'non presa in considerazione' da parte dell'Ufficio Immigrazione in caso di domande multiple
- decisioni di 'non presa in considerazione' da parte del CGRA in caso di domande di asilo di cittadini UE
- decisioni di 'non presa in considerazione' da parte del CGRA in caso di domande asilo di cittadini provenienti da paesi figuranti sulla lista dei 'paesi d'origine sicuri' (per la lista dei "paesi d'origine sicuri", V. parte 4 - Esame della domanda)
Nel ricorso in annullamento la Corte non si pronuncia sul merito della domanda d'asilo ma solo sul rispetto della legge durante la procedura.

E' rilevante ricordare che la Corte Europea per i Diritti Umani ha già stabilito in due sentenze (MSS contro Belgio e Grecia e Singh contro Belgio) che il ricorso in annullamento non soddisfa i criteri di ricorso effettivo stabiliti dalla CEDU. Questo in primo luogo perché il ricorso non è automaticamente sospensivo - criterio fondamentale per i ricorsi in materia di diritto d'asilo

In secondo luogo perché, limitandosi all'esame del rispetto della legge al momento della decisione presa, nel ricorso in annullamento la Corte non esamina il rischio attuale di violazione dell'art.3 CEDU in caso di rimpatrio
In entrambi i casi si trattava di richiedenti asilo rigettati in prima istanza e che si trovavano in detenzione in attesa di rimpatrio. 
La Corte per le cause in materia d'Immigrazione si è pronunciata in seguito alla sentenza MSS dicendo che in questi casi esiste la possibilità di presentare una richiesta di sospensione in estrema urgenza (separatamente dal ricorso stesso) entro 5 giorni, sulla quale la Corte deve pronunciarsi entro 48 ore. Secondo la Corte, durante questi 5 giorni il richiedente non può essere rimpatriato. La Corte ha quindi concluso che, di fatto, il ricorso in questi casi è sospensivo (ma solo se presentato entro 5 giorni, benché il termine per la presentazione nei casi di detenzione è di 15 giorni)

Il termine della sentenza
La legge non prevede in generale un termine vincolante entro cui la Corte deve raggiungere una sentenza.
Nel caso specifico di ricorsi in annullamento contro decisioni del CGRA su domande d'asilo di cittadini dell'UE e di 'paesi d'origine sicuro' la Corte dovrebbe pronunciarsi entro 2 mesi. Tuttavia non sono previste conseguenze nel caso in cui la Corte non rispetti questo termine.



Ricorso in cassazione presso il Consiglio di Stato

Contro tutte le sentenze della Corte per le cause in materia d'immigrazione è possibile presentare un ricorso in cassazione presso il Consiglio di Stato entro 30 giorni dalla sentenza.

Questo tipo di ricorso non è sospensivo né è possibile richiedere la sospensione. I ricorrenti soggiornano quindi in modo irregolare in Belgio e possono essere espulsi forzatamente. Essi hanno tuttavia per legge diritto all'accoglienza in un centro (V. parte 3 – Accoglienza dei richiedenti asilo).

Il Consiglio di Stato non si pronuncia sul merito della domanda d'asilo - e non può quindi conferire un titolo di soggiorno - ma può controllare se la Corte per le cause in materia d'immigrazione abbia agito correttamente nell'applicazione della legge.
Il ricorso in cassazione deve essere sempre presentato con l'assistenza di un avvocato.

Inoltre il ricorso viene prima sottoposto ad un filtro di ammissibilità. Ricorsi per cui il Consiglio non è responsabile o non ha giurisdizione o ricorsi manifestamente infondati non sono considerati ammissibili. La decisione sull'ammissibilità dovrebbe essere presa entro un mese. Dopo la decisione sull'ammissibilità il Consiglio ha sei mesi per pronunciarsi sulla fondatezza del ricorso. Questi termini sono indicativi e non vi sono conseguenze se non vengono rispettati.
Se il Consiglio è dell'opinione che la Corte abbia violato la legge, la Corte dovrà prendere una nuova decisione. Questa non sarà necessariamente positiva. Potrebbe essere nuovamente negativa ma motivata correttamente.


Se il ricorso viene considerato non ammissibile o infondato il Consiglio può decidere che si trattava in un 'ricorso manifestamente irregolare' e condannare il richiedente a una sanzione in denaro tra i 125 e i 2500 euro.

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