martedì 27 maggio 2014

Asilo in Europa sostiene #HelpSyriasRefugees: intervista ad Ana Fontal, responsabile della comunicazione ECRE


Continua l’impegno di Asilo in Europa nel sostenere la campagna di ECRE “Europa agisci ora” (www.helpsyriasrefugees.eu). A tal proposito pubblichiamo oggi la nostra intervista ad Ana Fontal, responsabile della comunicazione per il network che riunisce 82 ONG che si occupano di diritto di asilo e protezione internazionale in Europa.
L’obiettivo di “Europa agisci ora” è di sensibilizzare i leader europei in merito alla situazione dei rifugiati siriani ed è fondamentale il sostegno di tutti.
Ana Fontal ci ha raccontato perché e come supportare l’iniziativa di ECRE.



1. “Europa agisci ora” è una campagna il cui  scopo è incoraggiare i leader europei  ad ascoltare le voci delle persone che scappano dalla crisi siriana e ad intraprendere le seguenti tre azioni: 1- garantire ai rifugiati l’ingresso protetto in Europa; 2- proteggere i rifugiati che arrivano ai confini europei; 3- riunire le famiglie separate dalla crisi. Perché tutto ciò è necessario?

Oltre 2.7 milioni di rifugiati sono scappati dal conflitto. La maggioranza di queste persone si trova nei paesi ai confini con la Siria e sta lottando per avere protezione e servizi di base come l’istruzione, la gran parte dei bambini infatti non può andare a scuola.
Solamente il 3% delle persone fuggite dal conflitto ha richiesto asilo in un paese dell’UE, in Norvegia e in Svizzera. Viaggiare in sicurezza e legalmente in Europa è teoricamente impossibile per i rifugiati a causa delle restrizioni sui visti, le scarse possibilità di reinsediamento e le complesse leggi che impediscono alle famiglie di ricongiungersi. Coloro che cercano salvezza in Europa spesso non hanno alcuna opzione eccetto quella di mettersi nelle mani dei trafficanti e di  affrontare viaggi che mettono a rischio la loro vita. L’accesso alla protezione è fortemente minato da iniziative deliberate ai confini dell’EU come i respingimenti, la costruzione di muri e l’incapacità di alcuni stati europei ad assicurare un effettivo soccorso in mare per le imbarcazioni in difficoltà cariche di migranti.

2. Perché avete scelto di utilizzare i social network per divulgare la campagna?

A volte le persone condividono uno spazio, si incrociano al parco della loro città ma difficilmente hanno l’occasione di dialogare perché non hanno amici in comune, non hanno studiato nella stessa scuola o fanno semplicemente parte di differenti cerchie. Ma i tuoi amici ti ascoltano, i miei amici mi ascoltano. Vogliamo che quante più persone possibile diano la possibilità ai rifugiati che sono fuggiti dalla Siria di parlare ai loro amici, agli amici e ai followers di chiunque creda che l’Europa possa fare di più per le persone che scappano da una delle più grandi crisi umanitarie dei nostri tempi.
Attraverso i social network i rifugiati coinvolti nella campagna racconteranno come ci si sente a lasciaresi tutto alle spalle e scappare, com’è cercare di trovare rifugio in Europa e la loro esperienza come famiglie divise dalla guerra e tenute separate da leggi che impediscono il loro ricongiungimento. Ascoltandoli possiamo capire che i rifugiati della Siria sono stati obbligati a scappare, che tutti avremmo fatto lo stesso nelle loro condizioni.  Ascoltandoli possiamo capire che i rifugiati della Siria necessitano di protezione e che l’Europa più fare di più per fornirgliela.

3. Un numero importante di persone ha raggiunto l’Italia negli ultimi mesi. Questa è la conseguenza da un lato della crisi siriana e dell’instabilità di molti paesi africani, dall’altro dell’operazione militare di salvataggio Mare Nostrum. Molte persone, in particolare siriane, una volta sbarcate, lasciano immediatamente l’Italia per recarsi in altri paesi europei. Qual è la posizione di ECRE su Mare Nostrum e cosa pensate che l’Unione Europea dovrebbe fare per affrontare questa situazione?

Da quando l’operazione Mare Nostrum è iniziata migliaia di migranti e rifugiati sono stati salvati al largo delle coste italiane ed ECRE può solo elogiare questo enorme sforzo da parte delle autorità italiane per salvare vite umane. Per ciò che concerne gli sforzi nel soccorso e salvataggio, a livello UE, dovrebbe essere garantito che Eurosur e altre sofisticate tecnologie di sorveglianza ai confini esterni dell’Unione siano utilizzati allo scopo di salvare vite e non di impedire l’accesso alla protezione internazionale in Europa a chi fugge da persecuzioni e conflitti.
Queste persone spesso non hanno altra scelta che mettere le loro vite nelle mani dei trafficanti e affrontare viaggi rischiosi per la loro stessa vita. Per prevenire ulteriori perdite di vite dovrebbero essere aperti dei corridoi umanitari per rifugiati e migranti che vogliono venire in Europa in maniera legale e sicura. Gli stati membri dell’UE possono garantire maggiore accesso alleggerendo le restrizioni sui visti e aumentando significativamente i posti di reinsediamento oltre le quote nazionali vigenti.


4. Come si può partecipare e sostenere la campagna?

“Europa agisci ora” - www.helpsyriasrefugees.eu permette ai sostenitori della campagna di donare il loro profilo Twitter e Facebook ai rifugiati siriani, come Azmi che è stato costretto a lasciare sua moglie suo figlio in Egitto ed ha rischiato il viaggio in mare nelle mani dei trafficanti. Ha viaggiato attraverso l’Italia e racconta di essere stato picchiato prima di riuscire a raggiungere i suoi fratelli in Belgio. Azmi sta disperatamente cercando un modo sicuro e legale affinché la sua famiglia possa raggiungere l’Europa perché non può permettere che rischino la loro vita come lui ha fatto.
Invitiamo inoltre le persone a sottoscrivere la petizione “Europa agisci ora” per chiedere ai leader europei di dare ai rifugiati un modo sicuro per raggiungere l’Europa, ricongiungere le famiglie separate dalla crisi e proteggere i rifugiati che arrivano ai nostri confini.