sabato 24 giugno 2017

Le persecuzioni fondate sull'orientamento sessuale e l'identità di genere nei principali paesi di origine dei richiedenti asilo presenti in Italia

Il testo che segue è un breve estratto dell'intervento che abbiamo presentato a Brescia, su invito dell'associazione ADL a Zavidovici, in occasione del convegno “Richiedenti protezione internazionale in relazione all'orientamento sessuale e all'identità di genere”, organizzato all'interno del Brescia Pride 2017.



Per maggiori informazioni sulle nostra attività in materia di COI - Country of Origin Information e per richiederci formazioni, interventi, collaborazioni, vi invitiamo a visitare la nostra pagina dedicata.

Buona lettura!


giovedì 25 maggio 2017

Regolamento Dublino e trattenimento del richiedente asilo: possibile solo se il "rischio di fuga" è definito dalla legge. Sentenza della Corte di Giustizia UE nella causa Al Chodor (C-528/15)

La sentenza che esaminiamo oggi ha ad oggetto l’interpretazione dell’articolo 28, paragrafo 2, in combinato disposto con l’articolo 2, lettera n), del Regolamento Dublino 3.
In particolare, la Corte di Giustizia UE era stata chiamata a chiarire se la mera circostanza che la legge nazionale non abbia definito i criteri oggettivi ai fini della valutazione della sussistenza di un notevole rischio di fuga di un cittadino straniero determini l’inapplicabilità del trattenimento previsto dall’articolo 28, paragrafo 2, del Regolamento Dublino.
A tale questione, come vedremo più nel dettaglio nelle righe che seguono, la Corte dà risposta positiva. 


mercoledì 5 aprile 2017

"Visti umanitari" e normativa europea - Sentenza della Corte di Giustizia nel caso X e X, contro Belgio

Il 7 marzo 2017 la Corte di Giustizia dell'Unione europea si è pronunciata su un caso molto importante che aveva suscitato grande attesa fra gli operatori del settore, soprattutto a seguito della cosiddetta “opinione” dell'Avvocato generale (ovvero un parere che ha la funzione di assistere, ma che non vincola, i giudici della Corte nel prendere la loro decisione). 
Il caso – X e X, contro Belgio, C-638/16 – aveva ad oggetto, come si spiegherà più nel dettaglio sotto, la concessione di un visto per ragioni umanitarie che avrebbe permesso a una famiglia siriana di entrare in Belgio in condizioni di regolarità e sicurezza.
Cosa aveva sostenuto l'Avvocato generale? In estrema sintesi, nella sua opinione (reperibile qui), l'Avvocato generale aveva proposto ai giudici della Corte di affermare che gli Stati membri sarebbero obbligati a rilasciare un visto con validità territoriale limitata (spiegheremo meglio sotto di cosa si tratta) per ragioni umanitarie, allorché un cittadino di un Paese terzo ne faccia richiesta e vi siano sostanziali motivi per ritenere che il rifiuto di concedere tale visto avrebbe la conseguenza diretta di esporre tale persona ad un trattamento proibito dall'art. 4 della Carta dei diritti fondamentali dell'UE (che vieta la tortura nonché le pene o i trattamenti inumani o degradanti), privandola di una via legale per esercitare il suo diritto a cercare protezione internazionale. 
E' evidente quanto il tema sia di grandissima attualità e importanza; per questo motivo la decisione della Corte era tanto attesa e i suoi effetti potenzialmente molto importanti.  

I fatti alla base della controversia

venerdì 3 marzo 2017

Obbligo di considerare lo stato di salute di un richiedente asilo prima di procedere a un trasferimento-Dublino - Sentenza C.K., H.F., A.S. (C-578/16)

Lo scorso 16 febbraio la Corte di Giustizia dell'Unione europea – quinta sezione – ha emesso una sentenza particolarmente importante ai nostri fini. Si tratta di una decisione su una questione pregiudiziale sollevata dalla Corte suprema slovena e avente ad oggetto l'interpretazione di alcune disposizioni del Regolamento Dublino 3, in materia di trasferimenti di persone gravemente malate anche in assenza di carenze sistemiche nel sistema di asilo dello Stato di destinazione.
Il caso è particolarmente importante perché nel dicembre 2011 – in una famosa sentenza, NS e altri, da noi commentata qui – la Corte aveva affermato la incompatibilità con il diritto dell'Unione di una presunzione assoluta che lo Stato membro individuato come competente dall'applicazione dei criteri del Regolamento Dublino rispetti i diritti fondamentali. Tale presunzione - avevano affermato i giudici di Lussemburgo - deve essere relativa, cioè ammettere sempre prova contraria. Tuttavia, la Corte aveva limitato il divieto di procedere a un "trasferimento-Dublino" ai soli casi in cui le carenze sistemiche nella procedura di asilo e nelle condizioni di accoglienza nello Stato di destinazione costituiscono motivi seri e comprovati di credere che il richiedente corra un rischio reale di subire trattamenti inumani o degradanti ai sensi dell'art. 4 della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione europea. Questa interpretazione viene, in sostanza, superata con la decisione di cui ci occupiamo oggi. Vediamo in estrema sintesi come.


domenica 11 dicembre 2016

Credit: European Court of Human Rights

La detenzione dei richiedenti asilo appartenenti a categorie vulnerabili  - Sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo nella causa O.M. contro Ungheria (ricorso n. 9912/15)


Oggi pubblichiamo la nostra analisi di un’interessante sentenza emessa il 5 luglio 2016 dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo relativa ad un caso di detenzione in Ungheria di un richiedente asilo iraniano: O.M. contro Ungheria. La Corte ha sostenuto che la detenzione del ricorrente, il quale aveva presentato domanda di asilo in Ungheria sulla base del proprio orientamento sessuale, fosse in violazione dell’art. 5 CEDU sul diritto alla libertà e sicurezza. Vedremo come nell’ambito dell’accertamento del carattere arbitrario della misura detentiva adottata dall’Ungheria, la Corte EDU dà particolare rilievo alla condizione di vulnerabilità del ricorrente, in quanto appartenente ad una minoranza sessuale in Iran. 

martedì 30 agosto 2016

Asylum Scholar - Diritto d’asilo e accoglienza, tra devianza, integrazione e controllo sociale

Nuova tesi per la nostra rubrica Asylum Scholar, di cui abbiamo da poco rinnovato la pagina sul sito per rendere più agevole la consultazione. Le tesi, considerato il numero ormai rilevante, sono ora divise per argomento.

Oggi è la volta di un elaborato di Jessica Raimondi, dal titolo "Diritto d’asilo e accoglienza, tra devianza, integrazione e controllo sociale". 

Sotto troverete come sempre alcune righe di introduzione, scritte dalla stessa autrice. In fondo, invece, il link per leggere e scaricare la tesi completa. 

Buona lettura!

Diritto d’asilo e accoglienza, tra devianza, integrazione e controllo sociale
Jessica Raimondi
Università di Bologna


venerdì 26 agosto 2016

Germania: verso un sistema di asilo più restrittivo? Intervista con Nora Brezger del Consiglio per i rifugiati di Berlino.

Il sistema di asilo tedesco sta vivendo un periodo di profondo cambiamento che noi di Asilo in Europa seguiamo con attenzione. La nostra impressione è che le modifiche attualmente adottate o proposte portino ad una restrizione dei diritti garantiti finora in Germania ai richiedenti asilo e ai beneficiari di protezione internazionale. 

Per capire meglio cosa sta succedendo abbiamo incontrato Nora Brezger, impegnata dal 2009 con il Consiglio per il Rifugiati (Flüchtlingsrat Berlin), ONG di Berlino che si occupa della tutela dei diritti dei rifugiati. 

Già lo scorso maggio abbiamo avuto il piacere di ascoltare Nora, nell’ambito del Convegno "L'Agenda UE sulle migrazioni: un anno in rotta” organizzato a Bologna da Asilo in Europa insieme alla Regione Emilia-Romagna. Ricordiamo che a questo link è possibile visualizzare i video e i materiali degli interventi, tra cui quello di Nora su Accoglienza, welfare, razzismo e nuove leggi sull’asilo in Germania dopo i grandi arrivi del 2015.

Consigliamo, inoltre, la lettura del nostro articolo sull’accoglienza dei richiedenti asilo in Germania, in cui sono spiegati nel dettaglio i principali elementi del sistema di accoglienza tedesco: perché si parla di “crisi dei rifugiati del 2015”, come sono ripartite le competenze in materia di asilo tra i Land,  qual è la distinzione tra centri di prima e seconda accoglienza, e centri di accoglienza speciali? Molti di questi aspetti sono ripresi da Nora in questa nostra intervista.  

Ci è piaciuta particolarmente l’interpretazione politica e la visione d’insieme proposta da Nora relativamente alla riforma del sistema di asilo tedesco. Speriamo che anche voi troviate interessante questa intervista. Buona lettura!

martedì 16 agosto 2016

L'accoglienza dei richiedenti asilo in Germania

Pubblichiamo oggi un articolo che fa il punto, in maniera approfondita, dettagliata, ma al tempo stesso – ci auguriamo – semplice e chiara, sul sistema tedesco di accoglienza dei richiedenti asilo. 
La Germania, come noto, è stata negli ultimi anni (ed è ancora oggi) meta finale della stragrande maggioranza dei migranti in arrivo sul territorio europeo e si è caratterizzata ultimamente, nell'immaginario collettivo, per la politica di “porte aperte” del suo governo. 

Ma come funziona il sistema di accoglienza tedesco, nei fatti più che sulla carta? Come sono individuate e gestite le strutture? Quali sono gli standard di accoglienza? Quali i diritti e gli obblighi dei richiedenti asilo? Quali i costi?

Questo articolo è il primo di una serie che intendiamo dedicare alla Germania. Nei prossimi giorni pubblicheremo altri approfondimenti per fornire un quadro il più possibile completo e aggiornato di quello che sta succedendo in quel Paese così importante e decisivo anche per le politiche di asilo in Europa. 

Buona lettura!


venerdì 5 agosto 2016

Il diritto di asilo nell’ordinamento italiano per i minori stranieri non accompagnati - Asylum Scholar

Come avevamo anticipato, a seguito della pubblicazione di un numero ormai elevato di tesi, abbiamo proceduto a una riorganizzazione della pagina Asylum Scholar

Come potrete vedere, abbiamo suddiviso le tesi per argomento (es.: genere e diritto dei rifugiati, asilo e frontiere,...) per rendere più agevole e immediata la ricerca degli elaborati a seconda del tema di interesse.
Cliccando sulla sezione prescelta, si aprirà una pagina con tutte le tesi pubblicate finora e rilevanti per quell'argomento, oltre ai relativi abstract.

Oggi presentiamo una nuova tesi, che abbiamo pubblicato sotto la sezione La protezione dei minori. L'autrice è Nicoletta Perillo. Sua è anche la breve introduzione che segue. In fondo troverete invece il link alla tesi completa. 

Buona lettura e grazie a chi vorrà inviarci (asiloineuropa[at]gmail.com) commenti e prime impressioni sulla pagina di Asylum Scholar modificata!

Il diritto di asilo nell’ordinamento italiano per i 
minori stranieri non accompagnati
Nicoletta Perillo

giovedì 28 luglio 2016

Regolamento Dublino e Paesi terzi sicuri. Sentenza della Corte di Giustizia UE nella causa Mirza (C-695/15)

Dopo una breve pausa torniamo oggi ad occuparci della Corte di Giustizia dell'Unione europea e lo facciamo con l'analisi di una sentenza di particolare interesse ai nostri fini. Stiamo parlando della sentenza nella causa Mirza (C-695/15), emessa dalla Corte lo scorso 17 marzo 2016 e che si occupa di interpretare il regolamento Dublino nel caso di applicazione - da parte dello Stato membro individuato come competente all'esame della domanda - del concetto di Paese terzo sicuro. La sentenza stabilisce inoltre che, in caso di ripresa in carico di un richiedente protezione, la procedura di asilo non deve obbligatoriamente riprendere da dove si era interrotta.

Come sempre, nelle righe che seguono presentiamo una breve introduzione, rimandando al nostro sito chi volesse leggere l'intera analisi
Ricordiamo inoltre che tutte le analisi delle sentenze della Corte di Giustizia dell'UE rilevanti in materia di asilo pubblicate finora sono consultabili e liberamente scaricabili a questa pagina

Buona lettura e grazie come sempre a chi ci vorrà inviare commenti, suggerimenti o domande!


lunedì 20 giugno 2016

Iniziative Giornata Mondiale del Rifugiato 2016

Asilo in Europa, in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, pubblica le iniziative organizzate sul territorio regionale in occasione della giornata mondiale del rifugiato.         


INIZIATIVE GIORNATA MONDIALE DEL RIFUGIATO 2016

BOLOGNA
19-20 e 22 giugno: iniziative varie, proiezione video, mostra fotografica, spettacolo teatrale, raggruppate sotto il titolo “Accoglienza: una scelta positiva”, tutti i dettagli sono indicati nella locandina, reperibile qui.

FERRARA
18-20 giugno: iniziative varie, incontro tecnico, mostra fotografica, visita presso un centro di accoglienza, concerto, tutti i dettagli sono indicati nella locandina, reperibile qui.
22 giugno: incontro dal titolo "Le politiche dell'immigrazione e dell'integrazione sociale: pratiche ed esperienze a confronto", sala dei Comuni, del Castello Estense, Ferrara, dalle ore 10 alle ore 12.30, la notizia è disponibile qui.
23 giugno: iniziativa  dal titolo “Le comunità che accolgono: la presa in carico dei richiedenti e titolari di protezione internazionale nel territorio della provincia di Ferrara”, promossa dal Comune di Ferrara e da ASP “Centro servizi alla persona” di Ferrara, con il patrocinio del Servizio Centrarle SPRAR, cortile o sala dei Comuni, Castello Estense, dalle ore 17 alle ore 19.

IMOLA
18 giugno: inaugurazione dell'installazione video dal titolo “Volti invisibili”, realizzata in collaborazione e con il sostegno di Trama di Terre e dell’amministrazione comunale di Imola e aperta al pubblico fino al 31 luglio, ore 17, Rocca Sforzesca, piazzale Giovanni dalle Bande Nere, maggiori informazioni sono reperibili qui.

MODENA
22-24 giugno: iniziative varie, incontri, mostre, musica etnica, proiezioni e presentazione di un progetto di laboratorio, raggruppate sotto il titolo “Gimme Shelter festival 2016”, maggiori informazioni sono reperibili qui.

PARMA
20 giugno: presentazione della Guida plurilingue per richiedenti protezione internazionale, a cura dell'equipe legale del CIAC, via Bandini 6, Sala incontri CIAC (primo piano), ore 16.00, maggiori informazioni sono reperibili qui.
24-26 giugno / 1-3 luglio: iniziativa dal titolo “La tenda dei ritratti”, organizzata in occasione del ventennale della festa multiculturale, Migrabilia Media Lab allestisce uno studio di posa per ritratti fotografici e video-ritratti, Parco Nevicati, Collecchio.
24-25 giugno e 2 luglio: iniziative varie, aperi-etnico, reportage fotografico e musica dal vivo, tutti i dettagli sono indicati nella locandina, reperibile qui.

PIACENZA
26 giugno: iniziativa promossa dal progetto del Comune di Piacenza, in collaborazione con Arci, con proiezione del film "La Prima Neve" di Andrea Segre e del documentario dal titolo "Un Buon Inizio", di Federico Maccagni e Chiara Granata, Arena Daturi in viale Risorgimento, ore 21:15.

RAVENNA
20 giugno: iniziativa con proiezione di documentario, spettacolo musicale e letture, tutti i dettagli sono indicati nella locandina, reperibile qui.

REGGIO EMILIA
11-30 giugno: rassegna di iniziative culturali e creative, esposizioni, teatro e incontri, raggruppate sotto il titolo "Indivisibili intrecci", maggiori informazioni sono reperibili qui.

RIMINI
23 giugno: iniziativa con musica dal vivo, performance artistiche, biblioteca vivente, animazione per bambini, Piazza Cavour, dalle ore 18, per maggiori informazioni ci si può rivolgere a Comune di Rimini, Direzione Servizi Educativi e di Protezione Sociale.

lunedì 13 giugno 2016

La proposta di (non) riforma del Regolamento Dublino 3 - L'analisi di Asilo in Europa

Il 4 maggio scorso, giorno in cui Asilo in Europa illustrava, al convegno “L'Agenda UE sulle migrazioni: un anno in rotta”, gli eventi più significativi dell'anno segnato dall'Agenda europea sulla migrazione, nonché gli elementi di debolezza del meccanismo temporaneo di ricollocazione adottato dall'Unione europea in attuazione dell'Agenda stessa, la Commissione europea presentava al Parlamento europeo e al Consiglio dell'UE una proposta di riforma del regolamento Dublino III. Si tratta di una proposta che era molto attesa e che sarà ora oggetto di negoziati fra Parlamento e Consiglio (e all'interno degli stessi) prima di arrivare, forse, a vedere la luce. Nelle prossime righe presentiamo le novità più importanti e alcune nostre considerazioni. 



sabato 21 maggio 2016

Il trattenimento dei richiedenti asilo alla luce della Carta dei diritti fondamentali dell'UE - Sentenza della Corte di Giustizia UE nel caso J.N. (601/15)

Torniamo oggi ad occuparci della Corte di Giustizia dell'Unione Europea, analizzando un'importante sentenza del febbraio 2016. Stiamo parlando del caso J.N. (601/15), in cui la Corte è stata chiamata a pronunciarsi sulla legittimità, alla luce della Carta dei diritti fondamentali dell'UE, dell'art. 8 della Direttiva Accoglienza in materia di trattenimento dei richiedenti asilo per motivi di sicurezza nazionale o di ordine pubblico

Come al solito, pubblichiamo nelle prossime righe una breve introduzione, rimandando al nostro sito per la lettura dell'analisi integrale di questa e di tutte le altre sentenze della Corte


J.N. contro Staatssecretaris van Veiligheid en Justitie (601/15)
15 febbraio 2016

La Corte di Giustizia è chiamata con questa causa a valutare la conformità dell'articolo 8, par. 3, lett. e) della Direttiva Accoglienza alla luce dell'articolo 6 e dell'articolo 52, par. 1 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea.


domenica 15 maggio 2016

Il tuo 5 per mille ad Asilo in Europa!

Anche per il 2016 è possibile destinare il 5 per mille dell’imposta sul reddito (IRPEF) al sostegno al volontariato e alle Associazioni di Promozione Sociale.

Perché destinare il 5 per mille ad Asilo in Europa?
Asilo in Europa è un'Associazione di Promozione Sociale nata nel 2013 e formata da persone che lavorano nel settore del diritto di asilo in diversi Paesi europei. Il nostro obiettivo è quello di svolgere attività di studio e ricerca sul tema dell'asilo, a partire dalla dimensione europea ma naturalmente con un occhio attento all'Italia. In questi primi tre anni di vita abbiamo creato e pubblicato materiale utile a operatori del settore, studenti o semplici interessati al tema. Altrettanto è quello che abbiamo contribuito a diffondere grazie al nostro profilo Twitter e alla nostra pagina Facebook. Abbiamo tenuto corsi di formazione, organizzato iniziative pubbliche, partecipato a incontri e scritto articoli. 
Il tuo contributo può essere un aiuto fondamentale per portare avanti e migliorare queste iniziative.

Quanto ti costa?
Nulla. Il cinque per mille è una forma di finanziamento che non comporta oneri aggiuntivi. Si tratta semplicemente di destinare una quota della propria IRPEF che, viceversa, rimarrebbe allo Stato.

Come devi fare?
Per destinare il tuo cinque per mille ad Asilo in Europa, al momento della compilazione della dichiarazione dei redditi ti basta firmare il riquadro "Associazioni di volontariato e altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale, associazioni di promozione sociale e associazioni e fondazioni riconosciute che operano nei settori di cui all'articolo 10, comma 1, lettera a) , del decreto legislativo n. 460 del 1997" e indicare 

il nostro codice fiscale:

91355190371 



GRAZIE!





mercoledì 27 aprile 2016

Il principio di non-refoulement nella giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo - Nuova tesi per la nostra rubrica Asylum Scholar

Nuova tesi per la nostra rubrica "Asylum Scholar" che raccoglie elaborati in materia di asilo e protezione internazionale. Oggi è la volta di Angelisa Corbo, con una tesi dal titolo "Il principio di non-refoulement nella giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo".

Come sempre, nelle righe che seguono potrete trovare una breve introduzione scritta dalla stessa autrice e il link alla tesi completa. Siamo inoltre felici di comunicare che, a seguito della pubblicazione di un numero ormai rilevante di elaborati, stiamo procedendo a una riorganizzazione della pagina Asylum Scholar, al fine di rendere molto più agevole e immediata la lettura e la ricerca delle tesi di maggiore interesse per chi legge.
Vi aggiorneremo a breve. 
Per ora, buona lettura e continuate a inviarci i vostri elaborati!



Angelisa Corbo
Il principio di non-refoulement nella giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo

venerdì 15 aprile 2016

Svezia: che succede? Intervista con Sanna Vestin, presidente di FARR, sul sistema di asilo svedese.

Nell’ambito delle attività che abbiamo realizzato (si veda qui e qui) e stiamo realizzando per riflettere sulle ripercussioni della “crisi dell’asilo in Europa”, abbiamo pensato di rivolgere la nostra attenzione ad uno dei paesi dell’Unione Europea più ambiti da parte di richiedenti asilo e rifugiati: la Svezia. In particolare, abbiamo intervistato Sanna Vestin, esperta in materia di asilo e presidente di FARR (Flyktinggruppernas Riksråd), un network indipendente di organizzazioni e gruppi che si battono per il diritto di asilo. Sanna Vestin è una figura centrale nel movimento per il diritto di asilo svedese, come dimostrato dal seguito ricevuto dal suo sito (http://www.sanna-ord.se) e dalla sua pagina twitter (https://twitter.com/Sanna_Vestin), e ci ha raccontato un po’ cosa è successo e sta succedendo nel Paese scandinavo negli ultimi tempi. 
Buona lettura!

La Svezia ha registrato un imponente aumento di richieste di asilo nell’ultimo biennio (54.270 nel 2013, 81.180 nel 2014, 162.877 nel 2015) e tale aumento ha rappresentato una sfida importante per il sistema di accoglienza svedese, che è considerato uno dei migliori dell’Unione Europea. Ci può raccontare brevemente cosa è successo nel suo paese negli ultimi mesi?


lunedì 11 aprile 2016

L'Agenda UE sulle migrazioni: un anno in rotta - Convegno, 4 maggio 2016, Bologna


Con grandissimo piacere invitiamo tutte e tutti a questo nuovo incontro pubblico che abbiamo organizzato assieme alla Regione Emilia Romagna e che si pone l'obiettivo di ragionare sulla difficilissima situazione attuale e di ipotizzare quali potrebbero essere gli sviluppi futuri. 
L'incontro, che prevede la partecipazione di importanti relatori dall'Italia e dall'estero, si concentrerà sia sulle risposte dell'Unione Europea sia, nella seconda parte, sulla situazione sulla "rotta balcanica" e in vari Paesi, quali Grecia, Germania, Svezia.

Per partecipare è necessario iscriversi al link indicato sotto. 
Vi aspettiamo numerosi!

L'AGENDA UE SULLE MIGRAZIONI: 
UN ANNO IN ROTTA
Migranti e rifugiati tra guerre, frontiere, hotspots e relocations.
Situazione attuale e sviluppi futuri.


Mercoledì 4 maggio 2016 – ore 10.00-17.00
Terza torre Regione Emilia-Romagna, sala “20 maggio 2012”, Viale della Fiera, 8 – Bologna 


9.30 Registrazione

10.15 Introduzione e saluti – Regione Emilia-Romagna

10.30-12.30 Strategie e risposte di UE e Italia ai flussi di persone in fuga da guerre e crisi umanitarie 

2015-2016: Agenda europea e ricollocazione, quali risultati?
Federica Toso – Associazione Asilo in Europa

L'attuazione in Italia dell'Agenda europea, dagli hotspot, ai respingimenti, ai trattenimenti
Nazzarena Zorzella – ASGI (Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione)

I movimenti migratori nel Mediterraneo e la capacità di gestione del sistema di asilo in Italia
Riccardo Clerici – UNHCR (Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati)

La gestione degli arrivi via mare dopo Mare Nostrum: Triton, Eunavformed e l'hotspot di Lampedusa
Martina Tazzioli – Università di Aix-Marseille (FR)

Nuova strategia globale UE e migrazioni
Bernardo Venturi – IAI (Istituto Affari Internazionali) 

12.45-13.30 Interventi dal pubblico e discussione

14.30-17.00 Stati di passaggio, realtà di arrivo e mete immaginarie: Grecia, Balcani, Germania, Svezia 

La Grecia tra Turchia e “rotta balcanica”: accoglienza europea o grande campo profughi?
Katerina Tsapopoulou – Rete per i diritti politici e sociali

“Rotta balcanica”: dai primi transiti del 2015 alla crisi umanitaria senza precedenti di oggi
Andrea Rossini – Osservatorio Balcani e Caucaso

Accoglienza, welfare e nuove leggi sull'asilo in Germania dopo i grandi arrivi del 2015
Nora Brezger – Flüchtlingsrat Berlin (Consiglio dei Rifugiati)

La Svezia chiude? Cambiamenti politico-legislativi nell'accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati
Lorenzo Vianelli – Università di Warwick (UK)

Arrivare e vivere nella “superpotenza umanitaria”: com’era e cosa succede oggi?
Suzana Abrahamsson – Università di Bologna e Linköping (SE)


Per partecipare è necessario iscriversi entro il 30 aprile 2016 su https://applicazioni.regione.emilia-romagna.it/IscrizioneConvegni/Iscrizione.aspx?6z%2BN8MruZcSQdKb2rINk0A%3D%3D&Lang=IT 

Per informazioni scrivere a ricerche[at]asiloineuropa.it

martedì 29 marzo 2016

Informazioni sui Paesi di origine dei richiedenti asilo - La nuova newsletter e le attività di Asilo in Europa

Come già annunciato nei post precedenti, continua la nostra attività di ricerca di informazioni sui paesi di origine dei richiedenti asilo, anche note con l’acronimo “COI” (Country of Origin Information).

Da oggi è online la newsletter di Febbraio curata in collaborazione con il Servizio Politiche per l’Accoglienza e l’Integrazione sociale della Regione Emilia-Romagna, contenente informazioni dettagliate (e i link relativi alle fonti dai quali sono tratte) sui seguenti paesi: Afghanistan, Gambia, Mali, Nigeria, Pakistan, Ucraina. Segnaliamo anche la pubblicazione dell’ultimo rapporto di Amnesty International sulla situazione dei diritti umani nel mondo.

Ricordiamo inoltre che da quest’anno l’associazione si propone di supportare il lavoro di istituzioni, realtà del terzo settore, avvocati e giornalisti anche attraverso servizi più specifici e dettagliati come la risposta a quesiti su situazioni particolari relativamente a determinate aree geografiche o a paesi di origine dei richiedenti asilo. 
Scopo di questa attività è di prevedere degli strumenti e delle risposte ad hoc in base alle esigenze di chi commissiona la ricerca.

Per avere maggiori informazioni o per conoscere le modalità di attivazione della collaborazione, scriveteci a:

ricerche[at]asiloineuropa.it
asiloineuropa[at]gmail.com

giovedì 17 marzo 2016

L'accordo con la Turchia e le mosse "audaci" dell'UE. La nostra analisi.

Al termine di un lungo negoziato, nella notte fra il 7 e l’8 marzo i capi di Stato o di governo dell’Unione europea hanno raggiunto un parziale accordo con le autorità turche per affrontare la crisi umanitaria che ha portato centinaia di migliaia di persone a rischiare la vita, attraversando il mare dalle coste turche alle isole greche e poi risalendo la c.d. “rotta balcanica”. A seguito di quel primo accordo è stata pubblicata una dichiarazione dei capi di Stato o di Governo dell’UE. Il 16 marzo la Commissione europea ha poi pubblicato una Comunicazione contenente un piano operativo per mettere in atto l’accordo, che deve essere ancora perfezionato e chiuso, ma del quale intanto circolano già versioni non ufficiali. Di seguito presentiamo la nostra analisi.

La Dichiarazione dei Capi di Stato o di Governo dei Paesi UE e la successiva Comunicazione della Commissione del 16 marzo

L'incontro con le autorità turche era stato preceduto da numerose dichiarazioni da parte di importanti esponenti politici nazionali e di rappresentanti delle istituzioni UE, volte a sottolineare la necessità di mosse audaci (“bold moves”). Il Commissario UE alla migrazione e agli affari interni, Avramopoulos, aveva detto che c'erano una decina di giorni di tempo prima che il sistema crollasse; la presidenza di turno del Consiglio dell'Unione, in capo ai Paesi Bassi, si era spinta a dire che la dimensione degli arrivi non era più sostenibile ed il tempo stava per finire. 
La scelta austriaca di ammettere solo numeri limitati di persone alla frontiera, la chiusura dei confini da parte degli Stati dei Balcani occidentali e l’incessante flusso diretto in Germania, facevano presagire che la situazione fosse ad un punto di svolta. Probabilmente però non in molti avevano pensato che le mosse audaci si sarebbero tradotte in una sostanziale dichiarazione di chiusura indiscriminata delle frontiere dell’Unione.

Da quanto emerge dalla dichiarazione dei Capi di Stato e di Governo, l’accordo tra UE e Turchia prevederebbe di affrontare la drammatica situazione attuale (milioni di siriani, e non solo, in fuga dalle loro case, spesso a causa di guerre e persecuzioni) respingendo sommariamente in Turchia tutti coloro i quali tenteranno di entrare irregolarmente tramite le isole greche (“to return all new irregular migrants crossing from Turkey into the Greek islands with the costs covered by the EU”). Ciò garantirebbe alla Turchia l’accelerazione delle pratiche per la liberalizzazione dei visti per l’Area Schengen, oltre che la riapertura delle discussioni per l’accesso della Turchia all’UE. Da parte sua, poi, quest’ultima si impegnerebbe a versare rapidamente 3 miliardi di euro in progetti per sostenere i rifugiati siriani in Turchia e a reinsediare in Europa dalla Turchia un rifugiato siriano per ogni rifugiato siriano riammesso in Turchia dalle isole greche. La dichiarazione ricorda, inoltre, l'impegno dell'UE di reinsediare su base volontaria 20,000 rifugiati siriani in due anni e di continuare a lavorare per un credibile programma di ingressi umanitari dalla Turchia. 
La successiva Comunicazione della Commissione del 16 marzo cerca di “aggiustare il tiro”, sottolineando – pur con alcune contraddizioni qua e là – che le espulsioni verso la Turchia non sarebbero sommarie né collettive ma dovrebbero avvenire nel rispetto della normativa UE ed internazionale. Quindi, solo a seguito di una valutazione caso per caso e con una serie di garanzie per i richiedenti asilo, incluso il diritto a un'intervista individuale e ad un ricorso effettivo (e solo qualora la Turchia potesse essere considerata, per ogni singolo richiedente asilo, un “Paese di primo asilo” o un “Paese terzo sicuro”; si veda la nostra scheda sulla Direttiva Procedure, in particolare gli artt. 35 e 38).

Il contesto

Secondo l’UNHCR, quasi ottomila persone hanno perso la vita nel Mar Mediterraneo dal 2014 ad oggi, mentre quasi un milione e mezzo di persone nello stesso arco di tempo sono riuscite ad arrivare vive sulle coste dell'Italia e della Grecia, per poi riprendere in molti casi la loro marcia verso la propria destinazione finale. I movimenti della stragrande maggioranza di queste persone sono forzati da conflitti, guerre e persecuzioni.
Asilo in Europa, già alcuni mesi fa, in occasione del lancio dell’Agenda europea sulle migrazioni (che pure era stata accolta con grande favore dai più), aveva segnalato le fortissime criticità di un approccio miope, incapace di tenere minimamente conto delle esigenze e delle aspirazioni reali dei rifugiati. Avevamo voluto sottolineare come l’approccio Hotspot, seppur addolcito da qualche migliaio di posti di ricollocazione e reinsediamento, fosse una medicina assolutamente inadeguata per fronteggiare una situazione estremamente complessa. Ciò che maggiormente ci colpiva allora e continua a colpirci oggi è lo stridente contrasto fra la disperazione e l'ostinazione di chi ha dovuto lasciare la propria casa, ha visto morire i propri cari, è sopravvissuto ad un viaggio disgraziato e pericoloso, e si trova ora di fronte, nella migliore delle ipotesi, la burocrazia europea nelle forme della ricollocazione verso un altro Paese, magari diverso e lontano da quello auspicato. Peraltro, già allora, i flussi stavano cambiando, ridirezionandosi sulla Grecia e la rotta balcanica e mettendo in ginocchio il neonato approccio Hotspot, tutto calibrato su altri numeri, altri flussi e altre rotte. Pensare adesso che l’Italia abbia quasi gli stessi posti per la ricollocazione offerti alla Grecia, che ha avuto circa sei volte gli sbarchi dell’Italia nel 2015, aiuta a comprendere la poca lungimiranza e la lentezza delle risposte dell’UE.

La cecità e le responsabilità

Nuovo anno, stessa emergenza, resa sempre più acuta da mesi di assenza di risposte. E ora, questa dichiarazione, diretta a dimostrare la capacità di fare bold moves. Spiace dirlo, ma quella che prima era poca lungimiranza ora si sta trasformando in cecità. Pensare – come emerge dalla Dichiarazione dei Capi di Stato e di Governo – di affrontare la crisi dei rifugiati, dei quasi tre milioni di siriani attualmente in Turchia, con i respingimenti sommari e collettivi verso la Turchia non solo ci appare immorale ed in violazione della normativa UE e internazionale, ma risulta a nostra opinione una misura assolutamente inadeguata ed effimera. Anche la versione proposta dalla Commissione nella sua Comunicazione del 16 marzo – in cui pure è evidente lo sforzo di far rientrare ogni ipotesi di espulsione all'interno della legalità – ci pare per lo meno discutibile in quanto basata su una valutazione della Turchia come “Paese di primo asilo” o “Paese terzo sicuro”. Il che è naturalmente tutto da dimostrare e rischia di rendere allo stesso modo inadeguato ed inefficace l'accordo, oltre a comportare il rischio di allungare i tempi e creare situazioni sempre più critiche e ingestibili sulle isole greche.

I milioni di siriani, iracheni, afghani, che si trovano in transito verso l’Europa non verranno fermati dai respingimenti sommari, come in passato non sono stati fermati dai muri, dal filo spinato e da altri respingimenti. Quelle persone, quei rifugiati, sceglieranno semplicemente altre strade, magari più pericolose, magari più costose, magari più lunghe, ma di certo non si fermeranno, per la semplice ragione che non possono tornare nei Paesi da cui sono fuggiti. Rispetto al fatto che molti possano vivere e restare in altri Paesi, quali la Turchia, ci sembra giusto ricordare che la stragrande maggioranza dei rifugiati nel mondo si trova proprio nei Paesi limitrofi alle zone di guerra

I conflitti attuali, che stanno devastando Paesi interi e privando di speranze milioni di persone, buttandole di fatto fra le braccia dei fondamentalismi, affondano le loro radici anche in responsabilità storiche (a volte molto recenti, basti pensare alla Libia o all'Iraq) da cui i Paesi più industrializzati non possono certo dirsi esenti. L’Europa, e con lei tutto il “nord del mondo”, deve fare la propria parte. In tutti i campi, a partire dall'impegno ai più alti livelli per frenare i conflitti e ristabilire condizioni di vita dignitose nei Paesi più in difficoltà. Questa è l'unica strada credibile per combattere la crisi attuale. Una strada già ora difficilissima e che lo diventa sempre di più man mano che il tempo passa. Da oltre cinque anni il conflitto siriano ha fatto fuggire le persone a milioni. La stragrande maggioranza è rimasta nei Paesi adiacenti, sperando di poter fare rientro nelle proprie abitazioni. È inevitabile che un certo numero di persone arrivi anche in Europa e che questo sia via via più alto man mano che il numero di rifugiati cresce, soprattutto ora che la speranza che il conflitto finisca va scemando e il desiderio di ricominciare una nuova vita, non in un campo profughi, cresce.

Un siriano per un siriano

In questo contesto deve anche essere analizzato l’impegno dell’UE a reinsediare un rifugiato siriano per ogni rifugiato riammesso dalla Turchia. Asilo in Europa ritiene inaccettabile e immorale qualsiasi tipo di baratto avente ad oggetto i diritti dei rifugiati e in particolare di quelli che mettono a repentaglio la loro vita in mare perché obbligati, non bisogna mai dimenticarlo, dall'assenza di vie di ingresso regolari in Europa. Davvero stiamo pensando di respingere naufraghi e fare entrare un numero equivalente in sicurezza? Di decidere il numero delle persone da mettere in salvo sulla base di quante saranno disposte a mettere a rischio la propria vita? 
Oltre che inaccettabile e immorale, riteniamo che questa misura sia altresì illegittima (in caso di eventuali respingimenti sommari o collettivi) e inadeguata a fronteggiare il flusso di migranti e rifugiati “in marcia” verso l’Europa. Un tale flusso potrà diminuire solo se e quando si affronteranno alla radice i problemi dei Paesi d’origine. Non c’è nulla di audace nel respingere alle frontiere migliaia di persone. Non sarà dunque l'accordo UE-Turchia a lasciare una traccia nelle pagine di storia del nostro continente, ma le scene di queste settimane, di uomini, donne e famiglie con bambini e anziani, lasciati a vivere, nascere e morire nel fango

Conclusione

Volendo chiudere questo breve commento in termini propositivi, riteniamo più urgente che mai che l’UE fornisca tutto l'aiuto possibile alla Grecia e ai Paesi interessati dalla “rotta balcanica” per fronteggiare la terribile crisi umanitaria, lanci un ambizioso piano di reinsediamento dalla Turchia e da altri Paesi terzi, e faccia pressione sugli Stati membri affinché rilascino visti per ragioni umanitarie e favoriscano i ricongiungimenti familiari. Sono queste le misure che nell'immediato, combinate a una seria e non più rinviabile azione di medio-lungo periodo sulle cause all'origine delle migrazioni forzate, potrebbero rappresentare delle vere mosse audaci per contrastare il traffico di esseri umani, favorire un’accoglienza ragionata e pianificata e, cosa più importante di tutte, fermare la strage di esseri umani che sta avvenendo a due passi da casa nostra.

martedì 15 marzo 2016

Asylum statistics in Italy

The Italian Ministry for Home Affairs recently released some interesting statistics on the situation of asylum in the country. This post is largely based on these data, available here and here.   

At the end of January 2016, 104.750 migrants were hosted in reception centres throughout the country against 67.128 in February 2015.
The migrants are distributed among Italian regions according to the size of their population: Lombardia and Sicilia host the most (13% and 12% respectively), followed by Lazio, Piemonte, Campania and Veneto with 8% each. The reception centres can be extremely diverse