Il 13 e 14 dicembre si è tenuto un
Consiglio dell'UE nella formazione GAI – Giustizia e Affari
Interni. Molti gli argomenti di nostro interesse, diversamente connessi al tema dell'asilo.
Si è infatti parlato, fra le altre cose, di: regime dei visti e liberalizzazione, area Schengen, Sistema europeo comune di asilo, risposta UE alla pressione migratoria, approccio globale alla migrazione e alla mobilità, fondi europei, agenda europea per l'integrazione degli stranieri.
Vediamo i vari punti nel dettaglio.
- Regime dei visti e liberalizzazione: la Commissione ha presentato, nel maggio 2011, una proposta di modifica del Regolamento 539/2001 (V. nostro post precedente). Si tratta dello strumento che contiene la lista dei Paesi i cui cittadini devono essere in possesso di un visto per entrare per brevi periodi nell'area Schengen e quelli i cui cittadini non sono soggetti a tale obbligo. Tutto ciò ha ovviamente conseguenze molto pesanti su coloro che intendono entrare in un Paese facente parte dell'Area Schengen per richiedere protezione. I Paesi di origine dei richiedenti asilo si trovano infatti, nella quasi totalità, inseriti nella c.d. "lista nera", cioè la lista dei Paesi i cui cittadini devono essere in possesso di un visto. La proposta della Commissione non affrontava minimamente questo problema, che è parte del problema più ampio del come i richiedenti asilo possano entrare sul territorio europeo per beneficiare di quegli "elevati standard di protezione" alla base del Sistema europeo comune di asilo. Essa si concentrava piuttosto sulla possibilità per gli Stati membri di chiedere la reintroduzione temporanea dell'obbligo del visto, nei confronti di Paesi terzi precedentemente esentati, in diversi casi. Fra questi, si prevedeva un aumento del 50% dei soggiorni irregolari o delle domande di asilo per cui il tasso di accoglimento sia stato inferiore al 3% durante il precedente semestre. Insomma, una sorta di "punizione" per quegli Stati che non siano stati in grado di filtrare adeguatamente le uscite dei propri cittadini.Il Consiglio ha adottato un approccio comune che sarà alla base dei prossimi negoziati con il Parlamento europeo in vista della modifica del Regolamento in questione. Questa in poche parole la posizione degli Stati membri: - va moderato il riferimento all'incremento del 50% (che verrebbe retrocesso da vincolante a indicativo), lasciando dunque ancor più margine alla possibilità di chiedere la sospensione della liberalizzazione dei visti verso un Paese terzo; - il riferimento all'incremento delle domande di asilo come ragione per chiedere la sospensione della liberalizzazione dei visti va inteso diretto alle domande manifestamente infondate o che non soddisfano le condizioni per la protezione internazionale; - va introdotto, fra i criteri da prendere in considerazione nel decidere se sospendere o meno la liberalizzazione dei visti nei confronti di un Paese terzo, quello di sicurezza e ordine pubblico, oltre alle conseguenze di tale sospensione.
- Allargamento dell'Area Schengen: il Consiglio non è riuscito ad adottare una decisione circa l'accesso all'Area Schengen di Bulgaria e Romania. A partire dal 19 dicembre 2011, invece, l'Area Schengen si allargherà al ventiseiesmo Stato: il Liechtenstein.
- Governo di Schengen: il Consiglio ha largamente apprezzato le proposte della Commissione dello scorso settembre circa: - un Regolamento che stabilisca un meccanismo di valutazione e monitoraggio per verificare l'applicazione dell'acquis di Schengen; - una modifica al Codice Frontiere Schengen (Regolamento 562/2006), in particolare sulle regole per la temporanea reintroduzione dei controlli di frontiera ai confini interni in circostanze eccezionali.
- Circa lo stato dell'arte del Sistema europeo comune di asilo, rimandiamo ad un prossimo post, che sarà espressamente dedicato allo stato dei negoziati circa gli strumenti del "pacchetto asilo".
- La risposta dell'UE a un'accresciuta pressione migratoria: i ministri hanno discusso un report della Presidenza dell'UE (in mano alla Polonia, fino alla fine del 2011). Nel report si suggeriscono alcune priorità per future misure in questo campo, in particolare: cooperazione con Paesi terzi di origine e di transito; solidarietà concreta fra gli Stati membri, attività operative coordinate; mobilitazione di adeguati strumenti finanziari.
- Quanto all'Approccio Globale in materia di migrazione e mobilità, il Consiglio si è limitato a prendere nota della Comunicazione della Commissione dello scorso novembre (V. nostro precedente post)
- Il Consiglio ha avuto al suo interno un primo scambio di opinioni circa le proposte della Commissione in materia di fondi europei nel settore Affari Interni per il periodo 2014-2020 (V. nostro precedente post)
- Integrazione degli stranieri: il Consiglio ha adottato delle Conclusioni sull'Agenda europea per l'integrazione dei cittadini stranieri (V. nostro precedente post). In queste conclusioni (che si possono trovare qui), fra le altre cose, il Consiglio, pur ricordando come lo sviluppo e l'attuazione delle politiche in materia di integrazione siano competenza e responsabilità degli Stati membri, propone di sviluppare il meccanismo di coordinamento (non vincolante) per lo scambio di competenze e strumenti nel campo dell'integrazione, menzionato nel Programma di Stoccolma.