2.
AVVIO DELLA PROCEDURA DI ASILO
La
domanda di asilo va presentata alla préfecture competente,
che generalmente è quella del capoluogo
di regione (ad eccezione
di chi si trova in una zona di frontiera, V. parte 4-Esame della domanda). Per presentare la domanda occorre un
domicilio. A tal fine, è possibile eleggere domicilio presso
un privato, un albergo o la sede di un'associazione riconosciuta
dalla préfecture. Nella pratica, si riscontrano tuttavia numerose difficoltà che rendono in certi casi il requisito del domicilio un vero e proprio ostacolo alla presentazione di una domanda di asilo. Secondo il rapporto della CNDA "Droit d'asile en France: conditions d'accueil. Etat des lieux 2012", il periodo necessario per ottenere un domicilio al fine di avviare la procedura di asilo può estendersi fino a 5 mesi. Secondo lo stesso rapporto, si sono verificati casi in cui dei richiedenti asilo in attesa di domiciliarsi presso un'associazione sono stati espulsi, in occasione di controlli, in quanto privi di documenti idonei a confermare la loro presenza regolare sul territorio francese.
Il
prefetto, ricevuta la domanda di asilo, rilascia un'APS
(autorizzazione provvisoria al soggiorno) di un mese, salvo i
seguenti quattro casi:
-
il
richiedente ha la nazionalità di un Paese per il quale la Francia
ritiene applicabile la clausola di cessazione prevista
dall'art.1, C, 5 della Convenzione di Ginevra del 1951, o di un
Paese considerato come “Paese di origine sicuro”.
Attualmente
la lista dei Paesi per i quali si applica la clausola di
cessazione ex art. 1, C, 5 (cioè dei Paesi ove sono intervenuti
dei cambi fondamentali nel regime politico) comprende: Benin,
Bulgaria, Capo Verde, Cile, Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca,
Romania, Slovacchia.
La
lista dei Paesi di origine sicuri comprende invece: Armenia,
Bangladesh, Benin, Bosnia-Erzegovina, Capo Verde, Croazia, Ghana,
India, Macedonia, Mauritius,
Moldavia, Mongolia, Montenegro, Senegal, Serbia, Tanzania, Ucraina.
Con una decisione
del 26 marzo 2012,
il Consiglio di Stato ha annullato una precedente decisione di
inserire in questa lista anche l'Albania e il Kosovo. Si noti che nel 2011 circa il 40% delle domande di asilo presentate da cittadini di "Paesi di origine sicuri" era costituito proprio da cittadini del Kosovo.
Il 21 dicembre 2012 è stato invece eliminato dalla lista dei Paesi di origine sicuri il Mali, che in precedenza vi compariva limitatamente agli uomini (a causa della pratica molto diffusa delle mutilazioni genitali femminili).
Il tasso di riconoscimento delle domande presentate da persone provenienti da "Paesi di origine sicuri" nel 2011 è stato del 7%.