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giovedì 25 maggio 2017

Regolamento Dublino e trattenimento del richiedente asilo: possibile solo se il "rischio di fuga" è definito dalla legge. Sentenza della Corte di Giustizia UE nella causa Al Chodor (C-528/15)

La sentenza che esaminiamo oggi ha ad oggetto l’interpretazione dell’articolo 28, paragrafo 2, in combinato disposto con l’articolo 2, lettera n), del Regolamento Dublino 3.
In particolare, la Corte di Giustizia UE era stata chiamata a chiarire se la mera circostanza che la legge nazionale non abbia definito i criteri oggettivi ai fini della valutazione della sussistenza di un notevole rischio di fuga di un cittadino straniero determini l’inapplicabilità del trattenimento previsto dall’articolo 28, paragrafo 2, del Regolamento Dublino.
A tale questione, come vedremo più nel dettaglio nelle righe che seguono, la Corte dà risposta positiva. 


mercoledì 5 aprile 2017

"Visti umanitari" e normativa europea - Sentenza della Corte di Giustizia nel caso X e X, contro Belgio

Il 7 marzo 2017 la Corte di Giustizia dell'Unione europea si è pronunciata su un caso molto importante che aveva suscitato grande attesa fra gli operatori del settore, soprattutto a seguito della cosiddetta “opinione” dell'Avvocato generale (ovvero un parere che ha la funzione di assistere, ma che non vincola, i giudici della Corte nel prendere la loro decisione). 
Il caso – X e X, contro Belgio, C-638/16 – aveva ad oggetto, come si spiegherà più nel dettaglio sotto, la concessione di un visto per ragioni umanitarie che avrebbe permesso a una famiglia siriana di entrare in Belgio in condizioni di regolarità e sicurezza.
Cosa aveva sostenuto l'Avvocato generale? In estrema sintesi, nella sua opinione (reperibile qui), l'Avvocato generale aveva proposto ai giudici della Corte di affermare che gli Stati membri sarebbero obbligati a rilasciare un visto con validità territoriale limitata (spiegheremo meglio sotto di cosa si tratta) per ragioni umanitarie, allorché un cittadino di un Paese terzo ne faccia richiesta e vi siano sostanziali motivi per ritenere che il rifiuto di concedere tale visto avrebbe la conseguenza diretta di esporre tale persona ad un trattamento proibito dall'art. 4 della Carta dei diritti fondamentali dell'UE (che vieta la tortura nonché le pene o i trattamenti inumani o degradanti), privandola di una via legale per esercitare il suo diritto a cercare protezione internazionale. 
E' evidente quanto il tema sia di grandissima attualità e importanza; per questo motivo la decisione della Corte era tanto attesa e i suoi effetti potenzialmente molto importanti.  

I fatti alla base della controversia

venerdì 3 marzo 2017

Obbligo di considerare lo stato di salute di un richiedente asilo prima di procedere a un trasferimento-Dublino - Sentenza C.K., H.F., A.S. (C-578/16)

Lo scorso 16 febbraio la Corte di Giustizia dell'Unione europea – quinta sezione – ha emesso una sentenza particolarmente importante ai nostri fini. Si tratta di una decisione su una questione pregiudiziale sollevata dalla Corte suprema slovena e avente ad oggetto l'interpretazione di alcune disposizioni del Regolamento Dublino 3, in materia di trasferimenti di persone gravemente malate anche in assenza di carenze sistemiche nel sistema di asilo dello Stato di destinazione.
Il caso è particolarmente importante perché nel dicembre 2011 – in una famosa sentenza, NS e altri, da noi commentata qui – la Corte aveva affermato la incompatibilità con il diritto dell'Unione di una presunzione assoluta che lo Stato membro individuato come competente dall'applicazione dei criteri del Regolamento Dublino rispetti i diritti fondamentali. Tale presunzione - avevano affermato i giudici di Lussemburgo - deve essere relativa, cioè ammettere sempre prova contraria. Tuttavia, la Corte aveva limitato il divieto di procedere a un "trasferimento-Dublino" ai soli casi in cui le carenze sistemiche nella procedura di asilo e nelle condizioni di accoglienza nello Stato di destinazione costituiscono motivi seri e comprovati di credere che il richiedente corra un rischio reale di subire trattamenti inumani o degradanti ai sensi dell'art. 4 della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione europea. Questa interpretazione viene, in sostanza, superata con la decisione di cui ci occupiamo oggi. Vediamo in estrema sintesi come.


giovedì 28 luglio 2016

Regolamento Dublino e Paesi terzi sicuri. Sentenza della Corte di Giustizia UE nella causa Mirza (C-695/15)

Dopo una breve pausa torniamo oggi ad occuparci della Corte di Giustizia dell'Unione europea e lo facciamo con l'analisi di una sentenza di particolare interesse ai nostri fini. Stiamo parlando della sentenza nella causa Mirza (C-695/15), emessa dalla Corte lo scorso 17 marzo 2016 e che si occupa di interpretare il regolamento Dublino nel caso di applicazione - da parte dello Stato membro individuato come competente all'esame della domanda - del concetto di Paese terzo sicuro. La sentenza stabilisce inoltre che, in caso di ripresa in carico di un richiedente protezione, la procedura di asilo non deve obbligatoriamente riprendere da dove si era interrotta.

Come sempre, nelle righe che seguono presentiamo una breve introduzione, rimandando al nostro sito chi volesse leggere l'intera analisi
Ricordiamo inoltre che tutte le analisi delle sentenze della Corte di Giustizia dell'UE rilevanti in materia di asilo pubblicate finora sono consultabili e liberamente scaricabili a questa pagina

Buona lettura e grazie come sempre a chi ci vorrà inviare commenti, suggerimenti o domande!


sabato 21 maggio 2016

Il trattenimento dei richiedenti asilo alla luce della Carta dei diritti fondamentali dell'UE - Sentenza della Corte di Giustizia UE nel caso J.N. (601/15)

Torniamo oggi ad occuparci della Corte di Giustizia dell'Unione Europea, analizzando un'importante sentenza del febbraio 2016. Stiamo parlando del caso J.N. (601/15), in cui la Corte è stata chiamata a pronunciarsi sulla legittimità, alla luce della Carta dei diritti fondamentali dell'UE, dell'art. 8 della Direttiva Accoglienza in materia di trattenimento dei richiedenti asilo per motivi di sicurezza nazionale o di ordine pubblico

Come al solito, pubblichiamo nelle prossime righe una breve introduzione, rimandando al nostro sito per la lettura dell'analisi integrale di questa e di tutte le altre sentenze della Corte


J.N. contro Staatssecretaris van Veiligheid en Justitie (601/15)
15 febbraio 2016

La Corte di Giustizia è chiamata con questa causa a valutare la conformità dell'articolo 8, par. 3, lett. e) della Direttiva Accoglienza alla luce dell'articolo 6 e dell'articolo 52, par. 1 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea.


lunedì 29 febbraio 2016

Sentenza Tall (C-239/14): domanda reiterata ed effetto non sospensivo del ricorso - Tutte le sentenze della Corte di Giustizia UE analizzate da Asilo in Europa

Torniamo oggi ad occuparci di giurisprudenza europea, all'interno della rubrica in cui analizziamo tutte le sentenze della Corte di Giustizia UE rilevanti in materia di protezione internazionale.  
Sotto la nostra lente di ingrandimento è questa volta la sentenza Tall (C-239/14), pubblicata il 17 dicembre 2015. Si tratta di una sentenza interessante, emessa dai giudici di Lussemburgo in risposta a una domanda pregiudiziale di un giudice belga che chiedeva supporto nell'interpretazione dell'art. 39 della Direttiva Procedure in materia di ricorso effettivo.

Come al solito, proponiamo nelle righe che seguono una breve introduzione e il link per leggere e scaricare liberamente il testo completo della nostra analisi.
Vi ricordiamo poi che qui potete trovare (e scaricare) tutte le nostre analisi delle sentenze della Corte di Giustizia UE. 

Buona lettura!


lunedì 15 giugno 2015

Sentenza Saciri e altri (C-79/13): Entità e modalità di corresponsione dei sussidi ai richiedenti asilo - Tutte le sentenze della Corte di Giustizia UE analizzate da Asilo in Europa

Pur continuando a seguire molto attentamente, come è ovvio, gli sviluppi di questi giorni e i negoziati attorno all'Agenda europea sulla migrazione e alle successive proposte della Commissione (si vedano i nostri recenti post qui e qui), torniamo per un momento a occuparci oggi delle sentenze della Corte di Giustizia UE in materia di asilo. 
Lo facciamo segnalando la pubblicazione sul nostro sito di un'altra analisi completa di una sentenza molto importante (C-79/13 – Saciri e a., 27 febbraio 2014), che interpreta la Direttiva Accoglienza con riferimento particolare all'entità e modalità di corresponsione dei sussidi ai richiedenti asilo.

Come al solito pubblichiamo nelle prossime righe una breve sintesi dei punti principali della sentenza, rimandando al nostro sito per la lettura dell'intera analisi.


mercoledì 15 aprile 2015

Sentenza Diakité (C-285/12): nozione di conflitto armato interno. Tutte le sentenze della Corte di Giustizia UE analizzate da Asilo in Europa

Riprendiamo la pubblicazione delle nostre analisi di tutte le sentenze della Corte di Giustizia UE rilevanti in materia di asilo con una decisione piuttosto recente e di sicuro interesse. 
Stiamo parlando del caso Diakité (C‑285/12) che ha permesso alla Corte, interpretando l'art. 15 c) della Direttiva 2004/83/CE (Direttiva Qualifiche, oggi sostituita dalla Direttiva 2011/95/UE), di fornire la nozione di “conflitto armato interno".

Come sempre, pubblichiamo nelle righe che seguono una breve sintesi dei principali punti toccati dai giudici della Corte, rimandando al nostro sito per scaricare la versione integrale dell'analisi.

Buona lettura!


giovedì 5 marzo 2015

Sentenza Shepherd (C-472/13): condizioni per il riconoscimento dello status di rifugiato a un disertore - Tutte le sentenze della Corte di Giustizia analizzate da Asilo in Europa

Pubblichiamo oggi l'analisi di una recentissima sentenza della Corte di Giustizia UE in materia di asilo. Stiamo parlando della sentenza Shepherd (C-472/13, pubblicata il 26 febbraio 2015), di interpretazione dell’articolo 9, paragrafo 2, lett. b), c) ed e) della direttiva qualifiche (direttiva 2004/83/CE, ora rifusa nella direttiva 2011/95/UE) e in particolare riguardante la definizione di determinati atti come “atti di persecuzione” ai fini del riconoscimento dello status di rifugiato a un disertore.

Come di consueto, pubblichiamo nelle righe che seguono una breve sintesi della sentenza, rimandando al nostro sito chi volesse scaricare l'intera analisi.


giovedì 29 gennaio 2015

Samba Diouf (C-69/10) - Tutte le sentenze della Corte di Giustizia UE rilevanti in materia di asilo analizzate da Asilo in Europa

Oggi pubblichiamo una nuova scheda di analisi all'interno della nostra rubrica su "Tutte le sentenze della Corte di Giustizia UE in materia di asilo". Il caso di cui ci occupiamo è il caso Samba Diouf (C-69/10), una sentenza sulla procedura accelerata per l'esame delle domande di asilo.

Come sempre, pubblichiamo nelle righe che seguono una breve sintesi, rimandando invece al nostro sito per scaricare la versione completa dell'analisi.


venerdì 9 gennaio 2015

Sentenza della Corte di Giustizia UE nel caso Abdida (C-562/13) - Effetto sospensivo del ricorso contro decisioni di rimpatrio in caso di serio rischio di deterioramento delle condizioni di salute e obbligo di prendere in carico nel frattempo le necessità primarie

Come vi avevamo anticipato, torniamo a occuparci delle sentenze pubblicate dalla Corte di Giustizia UE sul finale del 2014. 
La sentenza di oggi - di cui, come al solito, pubblichiamo su questo blog una breve sintesi, rimandando al nostro sito chi volesse scaricare l'analisi completa - trae origine da una domanda di pronuncia pregiudiziale presentata alla Corte di giustizia dalla Corte del lavoro (Cour du travail) di Bruxelles (Belgio) e va letta congiuntamente alla pronuncia emessa nel medesimo giorno (18 dicembre 2014) nel caso M’Bodj, da noi commentata qui.

In effetti, se la decisione adottata dalla Corte di giustizia in quest'ultimo caso consente di sciogliere un dubbio interpretativo comune – vale a dire chiarisce che il cittadino di Paese terzo, affetto da una grave malattia, che corra il rischio effettivo di subire un trattamento inumano o degradante se rinviato nel Paese di origine sprovvisto di una terapia medica adeguata, non può invocare la protezione sussidiaria di diritto UE e, quindi, l'applicazione della direttiva 2004/83/CE (Direttiva Qualifiche, oggi sostituita dalla Direttiva 2011/95/UE) – la decisione adottata nel caso Abdida permette, come si vedrà meglio nelle righe che seguono, di individuare una forma alternativa di protezione nella c.d. Direttiva Rimpatri (Direttiva 2008/115/CE).


lunedì 22 dicembre 2014

Sentenza M'Bodj (C-542/13). Benefici della Direttiva Qualifiche non estensibili a chi è autorizzato a soggiornare per rischio di deterioramento dello stato di salute

Il 18 dicembre è stato un giorno di attività molto intensa della Corte di Giustizia dell'Unione Europea sulle materie di nostro interesse. Sono state pubblicate infatti ben tre sentenze molto rilevanti ai nostri fini e nei prossimi giorni pubblicheremo le relative analisi. Cominciamo oggi con l'analisi della sentenza nel caso M'Bodj (C-542/13). 

La sentenza trae origine dalla domanda di pronuncia pregiudiziale avanzata alla Corte di Giustizia dalla Corte costituzionale belga. In particolare, il giudice nazionale chiede alla Corte l'esatta interpretazione di alcuni articoli della Direttiva 2004/83/CE (Direttiva Qualifiche, oggi sostituita dalla Direttiva 2011/95/UE) al fine di chiarire se gli Stati membri sono obbligati a concedere assistenza sanitaria e sociale ai sensi degli articoli 28 e 29 della Direttiva, a un cittadino di un Paese terzo autorizzato a rimanere sul territorio sulla base di una normativa nazionale che fa riferimento a motivi di salute. 

La sentenza è interessante in quanto permette alla Corte di svolgere un più ampio ragionamento sulla possibilità o meno che un caso come quello oggetto del procedimento principale – persona a rischio di deterioramento dello stato di salute a causa dell'assenza di terapie adeguate nel suo Paese di origine – rientri nella protezione sussidiaria e dunque nell'ambito di applicazione della Direttiva Qualifiche

Come sempre pubblichiamo nelle righe seguono una breve sintesi della decisione della Corte, rimandando al nostro sito chi volesse scaricare il pdf con l'intera analisi.

Buona lettura!

giovedì 11 dicembre 2014

Sentenza A, B e C. Limiti alle modalità di valutazione dell'orientamento sessuale - Tutte le sentenze della Corte di Giustizia analizzate da Asilo in Europa

Dopo la sentenza resa poco più di un anno fa (7 novembre 2013) nelle cause riunite X, Y e Z (potete trovare qui un nostro post a riguardo), la domanda di pronuncia pregiudiziale di cui ci occupiamo oggi permette alla Corte di fornire ulteriori precisazioni in merito alle condizioni di attribuzione dello status di rifugiato a richiedenti che invocano il proprio orientamento sessuale a fondamento del rischio di persecuzione nel Paese di origine. 

Nello specifico, la Corte è stata chiamata dal giudice del rinvio (olandese) a pronunciarsi sulla conformità con il diritto dell'Unione – l’art. 4 della Direttiva 2004/83/CE (oggi sostituta dalla Direttiva 2011/95/UE, la nuova Direttiva Qualifiche) e artt. 1 e 7 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea – di alcune modalità di valutazione delle dichiarazioni e delle prove documentali prodotte a sostegno del proprio orientamento sessuale dai tre richiedenti asilo.

Come al solito pubblichiamo di seguito poche righe di introduzione alla sentenza della Corte, rimandando al nostro sito chi volesse scaricare l'intera analisi in pdf di questa e di tutte le sentenze analizzate finora. Buona lettura!

mercoledì 19 novembre 2014

Sentenza H.N. (C-604/12) - Tutte le sentenze della Corte di Giustizia UE in materia di asilo analizzate da Asilo in Europa

Per la nostra rubrica sulle sentenze della Corte di Giustizia UE in materia di asilo pubblichiamo oggi l'analisi della decisione della Corte nel caso H.N. contro Minister for Justice, Equality and Law Reform. Si tratta di una sentenza abbastanza recente (8 maggio 2014) e, benché direttamente collegata alla particolare procedura di asilo irlandese, di sicuro interesse generale soprattutto nella parte in cui i giudici ricordano la necessità di una durata "non irragionevole" dell'esame di una domanda.



Come al solito, nelle righe che seguono pubblichiamo una breve introduzione alla nostra scheda, che è possibile scaricare integralmente dalla pagina del nostro sito dedicata alle sentenze della Corte di Giustizia UE.

Buona lettura!



martedì 4 novembre 2014

Salahadin Abdulla e altri (C-175/08) - Tutte le sentenze della Corte di Giustizia UE in materia di asilo analizzate da Asilo in Europa

Dopo diverso tempo torniamo ad occuparci di giurisprudenza. Lo facciamo all'interno della nostra rubrica "Sentenze della Corte di Giustizia UE", dove - come sa chi segue da tempo questo blog - stiamo analizzando, una per una, tutte le sentenze con cui i giudici di Lussemburgo hanno interpretato il diritto dell'Unione in materia di asilo

Per chi si fosse perso le prime sentenze, consigliamo di visitare questa pagina del nostro sito, dove si possono scaricare tutte le analisi fatte finora. 



Oggi ci occupiamo di  una sentenza molto importante, che interpreta la Direttiva Qualifiche e, in particolare, la cessazione dello status di rifugiato, toccando diversi punti di grande interesse. Nelle righe che seguono presentiamo come al solito un breve riassunto delle conclusioni a cui è giunta la Corte, rimandando al nostro sito (in particolare a questa pagina) per scaricare la scheda completa di analisi della sentenza Salahadin Abdulla e le altre schede pubblicate finora. 

La causa in esame interpreta l’ipotesi di cessazione dello status di rifugiato prevista dall’art. 11, par. 1 lett. e), della Direttiva Qualifiche (Direttiva 2004/83/CE, oggi sostituita dalla Direttiva 2011/95/UE).
Le questioni più importanti in esame sono: 1) se si dà luogo alla cessazione dello status di rifugiato al venir meno del fondato timore di persecuzione, in assenza di motivi ulteriori di timore; 2) se, quando vengono meno le circostanze che avevano determinato il riconoscimento dello status, le eventuali nuove, differenti circostanze che devono essere valutate sulla base di un criterio di probabilità differente rispetto a quello applicabile ai fini del riconoscimento dello status di rifugiato; 3) se si applica, o meno, a tali nuove circostanze, il regime di alleggerimento dell’onere della prova di cui all’art. 4 par. 4 della Direttiva Qualifiche nel caso in cui l’interessato abbia già subito atti o minacce di persecuzione.

La Corte afferma che cessa lo status di rifugiato quando vengono meno le circostanze alla base del fondato timore di persecuzione e non sussistono altri motivi di timore, purché il cambiamento sia significativo e non temporaneo e qualora il soggetto o i soggetti che offrono protezione nel Paese di origine abbiano adottato adeguate misure al fine di impedire il verificarsi di atti persecutori, garantendo l’accesso dell’interessato a questa protezione. 

L’esame del rischio relativo a nuove, differenti circostanze deve avvenire sulla base dello stesso criterio di probabilità applicato ai fini del riconoscimento dello status di rifugiato. La norma di cui all’art. 4, par. 4 è applicabile, cioè si attribuisce una forte valenza probatoria ad atti o minacce precedenti di persecuzione ma solo qualora l’interessato faccia valere circostanze diverse da quelle per cui era stato riconosciuto rifugiato. Ciò potrà di regola verificarsi solamente quando il motivo di persecuzione sia diverso da quello considerato al momento del riconoscimento dello status di rifugiato e vi siano atti o minacce di persecuzione precedenti collegati al motivo di persecuzione esaminato in tale fase.

mercoledì 23 luglio 2014

Sentenza della Corte di Giustizia nel caso Halaf (C-528/11) - Tutte le sentenze della Corte di Giustizia UE in materia di asilo analizzate da Asilo in Europa

Riprendiamo oggi la nostra rubrica di approfondimento delle sentenze della Corte di Giustizia UE rilevanti in materia di asilo (per maggiori informazioni si veda questa pagina), pubblicando l'analisi della sentenza del 30 maggio 2013 nel caso Halaf (C-528/11).
Si tratta di una sentenza importante, che interpreta il Regolamento Dublino e, in particolare, la cosiddetta "clausola di sovranità", ovvero la facoltà che ciascuno Stato membro ha di esaminare una domanda di protezione internazionale pur non essendo lo Stato membro competente ai sensi del Regolamento Dublino.



Foto: gentile concessione di Alberto Campi
Per informazioni visitate il suo blog



Nelle righe che seguono presentiamo un brevissimo riassunto della decisione, rimandando invece al nostro sito e, in particolare, alla pagina dedicata all'iniziativa di approfondimento delle sentenza della Corte di Giustizia, per scaricare la scheda completa di analisi della sentenza Halaf e delle altre schede di analisi pubblicate finora.



venerdì 4 aprile 2014

Sentenza della Corte di Giustizia UE nel caso Arslan (C-534/11) - Tutte le sentenze della Corte di Giustizia UE in materia di asilo analizzate da Asilo in Europa

Pubblichiamo oggi l'analisi di una seconda sentenza della Corte di Giustizia UE all'interno della nostra nuova iniziativa di approfondimento su tutte le decisioni dei giudici di Lussemburgo in materia di asilo.
Si tratta della sentenza Arslan (C-534/11) del 30 maggio 2013

Una sentenza che interpreta la cosiddetta Direttiva Rimpatri, cioè un atto legislativo che non fa parte del “pacchetto” di norme europee in materia di asilo. Tuttavia, è una sentenza molto rilevante ai nostri fini in quanto si occupa proprio della applicabilità o meno della Direttiva Rimpatri ai richiedenti asilo e del trattenimento dei richiedenti asilo




Oggi, come faremo sempre all'interno di questa rubrica, pubblichiamo sul blog, nelle righe che seguono, un breve riassunto della sentenza, rimandando al nostro sito per scaricare la scheda di analisi completa.


martedì 1 aprile 2014

Tutte le sentenze della Corte di Giustizia UE in materia di asilo analizzate da Asilo in Europa - Sentenza Elgafaji (C-465/07)

Oggi avviamo una nuova attività di Asilo in Europa che siamo sicuri incontrerà l'interesse di molti lettori. 

Fin dagli esordi questo blog si è caratterizzato anche per offrire l'analisi delle sentenze con cui la Corte di Giustizia dell'Unione europea interpreta il diritto europeo in materia di asilo. 
Si tratta di un'attività che ci è sembrata da subito fondamentale, in quanto spesso la normativa europea - il cui testo è frutto di inevitabili compromessi - necessita di chiarimenti. Inoltre, le sentenze della Corte di Giustizia sono vincolanti per tutti coloro che saranno chiamati a interpretare quella stessa norma in futuro. Al di là del fatto che la controversia da cui trae origine una determinata sentenza della Corte sia sorta in uno Stato membro o in un altro, l'interpretazione dei giudici di Lussemburgo sarà valida per tutti.  

Ecco dunque l'estrema importanza di conoscere bene queste decisioni e di averle sempre “a portata di mano”.






Per questo, da oggi pubblicheremo, una alla volta, la nostra analisi di tutte le sentenze della Corte di Giustizia UE rilevanti in materia di asilo. Alcune di queste sentenze non sono mai state commentate su questo blog perché antecedenti alla sua nascita, altre sono già state commentate e in questo caso ripresenteremo le nostre analisi in una forma più approfondita e facilmente fruibile.

Per ogni sentenza offriremo infatti un commento breve per inquadrare la decisione e, per chi fosse interessato ad approfondire, l'analisi vera e propria (di poche pagine) in formato pdf, facilmente scaricabile e conservabile
Per una comodità di consultazione ancora maggiore, divideremo le sentenze a seconda dell'atto legislativo interpretato dalla Corte di Giustizia (Regolamento Dublino, Direttiva Qualifiche, etc...). 


Dove trovare le analisi delle sentenze?

Sul nostro sito: www.asiloineuropa.it che vi presentiamo oggi per la prima volta e vi invitiamo a consultare anche per conoscere meglio l'associazione e le attività che sta portando avanti. 
La pagina dedicata alle sentenze della Corte di Giustizia è questa.
Come vedrete, per ora la pagina contiene solo l'elenco delle sentenze, divise per argomento, e l'analisi della prima sentenza, di cui ci occupiamo oggi.

Si tratta di una decisione che non avevamo avuto occasione di commentare su questo blog, in quanto antecedente alla sua nascita: il caso Elgafaji (C-465/07), probabilmente uno dei più importanti, conosciuti e citati anche nelle decisioni dei giudici italiani. 

Nelle righe che seguono presentiamo il “commento breve”, rimandando al nostro sito per scaricare il pdf con l'intera analisi.

Nelle prossime settimane ci occuperemo di tutte le altre sentenze, una alla volta, continuando a pubblicare su questo blog i commenti brevi e a rimandare al sito per l'analisi completa. E naturalmente, mano a mano che usciranno nuove sentenze della Corte, le commenteremo.
Per ritrovare facilmente il commento e l'analisi di una sentenza della Corte di Giustizia in materia di asilo sarà dunque d'ora in poi sufficiente andare sul sito di Asilo in Europa, in particolare a questa pagina, e cercare la sentenza di proprio interesse.

Come sempre, ci fa molto piacere ricevere commenti e riscontri e dunque vi chiediamo di mettervi in contatto con noi per farci avere le vostre impressioni.

Buona lettura (qui e sul sito)!


lunedì 3 marzo 2014

Corte di Giustizia UE: accoglienza per i richiedenti asilo sotto forma di sussidio economico: quando, quanto e chi deve fornirlo? Sentenza Saciri (C-79/13)

Oggi ci occupiamo di una nuova sentenza della Corte di Giustizia UE molto interessante ai nostri fini. Stiamo parlando della sentenza Saciri (C-79/13), pubblicata il 27 febbraio ed avente ad oggetto l'interpretazione della Direttiva Accoglienza, più precisamente dell'art. 13 par. 5 della Direttiva 2003/109/CE (che sarà abrogato dalla nuova Direttiva Accoglienza – Direttiva 2013/33/UE – a partire dal 21 luglio 2015. Si veda sotto per un breve commento su questo punto). 

La sentenza è importante perché interviene a chiarire un concetto chiave in materia di accoglienza dei richiedenti asilo, cioè se gli Stati, qualora decidano di fornire tale accoglienza in denaro anziché in natura (ad esempio perché i posti disponibili all'interno dei centri di accoglienza sono esauriti), debbano garantire che tale contributo sia fornito sin dal momento della presentazione della domanda di protezione internazionale e quale debba essere l'importo del contributo.



Foto: gentile concessione di Alberto Campi
Per informazioni visitate il suo blog

mercoledì 5 febbraio 2014

Protezione sussidiaria e nozione di "conflitto armato interno". Sentenza della Corte di Giustizia UE nel caso Diakité (C-285/12)

Il 30 gennaio la Corte di Giustizia dell'Unione europea (Quarta sezione) ha emesso un'altra sentenza interessante ai nostri fini. Si trattava del caso Diakité (C-285/12), di interpretazione della Direttiva Qualifiche e,  più precisamente, del suo articolo 15 c), in risposta ad una domanda di pronuncia pregiudiziale avanzata alla Corte da parte di un giudice belga. 

La sentenza fa riferimento alla Direttiva 2004/83/CE, che è stata come sappiamo sostituita dalla “nuova Direttiva Qualifiche” (2011/95/UE), ma l'interpretazione rimane valida, in quanto il testo dell'art. 15 è rimasto identico anche nella nuova Direttiva.



L'art. 15 c) della Direttiva Qualifiche, peraltro, è uno dei più interessanti ed importanti in quanto contiene una delle tre possibili declinazioni del “danno grave” posta a fondamento del riconoscimento della protezione sussidiaria e, sicuramente, quella più problematica, anche a causa di un testo confuso, di non semplice interpretazione. 
Eccolo:

“Sono considerati danni gravi 

[…]

c) la minaccia grave e individuale alla vita o alla persona di un civile derivante dalla violenza indiscriminata in situazioni di conflitto armato interno o internazionale”