martedì 30 settembre 2014

“Garantire il diritto di asilo nel Mediterraneo" - Seminario organizzato da Asilo in Europa e FNARS, 17 ottobre 2014 Marsiglia



Siamo molto lieti di annunciare che Asilo in Europa e FNARS (Federazione nazionale francese di associazioni che lavorano nel settore dell’accoglienza e del reinserimento sociale)  organizzano la giornata di studi “Garantire il diritto di asilo nel Mediterraneo. L’operatore sociale tra politiche pubbliche e accoglienza dei richiedenti asilo: i casi di Italia e Francia”, che si terrà  venerdì 17 ottobre 2014 presso la Villa Mediterranée di Marsiglia (Francia).

Questa iniziativa nasce dalla consapevolezza e dall’apprezzamento del ruolo cruciale, ma troppo spesso sottovalutato, che gli operatori sociali svolgono nell’implementazione delle politiche di accoglienza e nel conseguente riconoscimento delle loro potenzialità in termini di saperi, informazioni, conoscenze nell’ottica di un miglioramento dal basso delle pratiche di accoglienza di richiedenti e titolari di protezione.


lunedì 29 settembre 2014

Asilo in Europa sta con la sposa. Intervista a Gabriele Del Grande.


1) Gabriele, dopo il grande successo della raccolta fondi per “Io sto con la sposa”, viene naturale chiederti quali motivazioni vi hanno spinto a concretizzare un progetto così ambizioso.

Mentirei se ti dicessi che abbiamo riflettuto molto alla realizzazione di questo progetto. La verità è che ci siamo innamorati di un'idea arrivata per caso. Un giorno a Milano abbiamo conosciuto un ragazzo siriano in stazione. Veniva dalla guerra, era sopravvissuto a un naufragio e stava cercando un contrabbandiere per proseguire il viaggio verso la Svezia. Io ero appena tornato dalla guerra in Siria, Khaled e Antonio erano scossi dai naufragi di Lampedusa di ottobre. Quando ne abbiamo parlato, ci è sembrato che dovevamo fare qualcosa. Le motivazioni vanno cercate nei nostri vissuti. Da anni siamo a contatto con le storie drammatiche di chi ha perso i propri cari in mare o sotto le bombe in Siria. L'eco di quelle storie ci ha dato la certezza che stavamo facendo la cosa giusta. Adesso speriamo che il film contribuisca a spingere un po' più in là il dibattito sulla libera circolazione.


2) Quali sono stati gli ostacoli che vi siete trovati ad affrontare nella realizzazione del film? E quali le reazioni delle persone incontrate nel corso del viaggio (incluse le forze dell’ordine)? C’è qualche aneddoto in particolare che hai voglia di raccontare?

Il primo ostacolo è stato il tempo. Per fare un film servono settimane e mesi di riprese. Noi avevamo soltanto quattro giorni a disposizione, il tempo del viaggio da Milano a Stoccolma. Dovevamo scendere a patti con la realtà. Perché i nostri protagonisti rischiavano di essere fermati in frontiera e noi con loro. Più tempo ci fermavamo in giro, più i rischi aumentavano. E poi loro l'asilo lo dovevano chiedere per davvero, e con l'asilo il ricongiungimento familiare per tirare fuori i propri cari dalla guerra. Anche per questo avevano tutti fretta di arrivare. Fortunatamente lungo l'autostrada non abbiamo mai incontrato posti di blocco, ma soltanto delle pattuglie, delle volanti, che non ci hanno mai intimato di fermarci, anche perché chi sospetterebbe mai di un corteo nuziale... In compenso una volta alla stazione di Copenaghen mentre prendevamo il treno per la Svezia, siamo passati davanti a un poliziotto danese il quale si è limitato a farci gli auguri in inglese: “Congratulations!”, segno che il travestimento reggeva!


3) Questo film mette sul banco degli imputati la normativa europea che di fatto “blocca” i richiedenti protezione internazionale nel primo paese di arrivo. A tuo avviso il Regolamento Dublino è “riformabile”? Quali potrebbero essere altre opzioni concretamente praticabili?

Dal punto di vista politico, noi crediamo alla libera circolazione. Ovvero al diritto di qualsiasi essere umano di poter circolare liberamente su questa terra. Siano essi ragazzi in avventura o profughi di guerra. Se invece vogliamo volare più basso e pensare a come allargare le maglie delle attuali normative europee, ci sembra evidente che l'Europa dovrebbe dotarsi un sistema unico di asilo. Perché è assurdo che nel 2014 per andare da Milano a Berlino o a Stoccolma uno debba pagare un autista del contrabbando una cifra di mille euro e più anziché prendere un volo lowcost come fa qualunque cittadino europeo. Se l'Europa vuole essere una, dovrebbero prevedere un unico sistema di asilo, a prescindere dal paese in cui uno richiede protezione. Un po' come il visto che è europeo e vale per tutta l'area Schengen, così l'asilo dovrebbe essere un asilo europeo, non nazionale, e poi le persone dovrebbero essere libere di poter viaggiare ed eleggere dimora dove vogliono dentro l'Unione Europea. 


4) Da anni ti occupi di documentare i viaggi che hanno trasformato il Mar Mediterraneo e in generale le frontiere esterne dell'Unione europea in un luogo di morte per migliaia e migliaia di persone in cerca di un futuro migliore. Una grande novità nel panorama europeo – per quanto certamente non risolutiva – è senza dubbio rappresentata dall'operazione italiana Mare nostrum. Qual è la tua opinione a riguardo?

Mare Nostrum ha contribuito al salvataggio di decine di migliaia di vite umane. E questo non può che fare onore alla Marina Militare italiana, che soltanto pochi anni fa era invece impiegata per fare i respingimenti in Libia, pratica poi condannata dalla Corte europea per i diritti umani. Il problema è che, per quanto lodevole, questo tipo di interventi si limita alla gestione dell'emergenza e non interviene alla radice del problema. E la radice del problema è l'accesso alla mobilità. Chi sbarca a Lampedusa proviene dai paesi con i più alti tassi di diniego dei visti nelle ambasciate europee: Siria, Somalia, Iraq, Afghanistan, Eritrea, Algeria, Nigeria, Mali... Non è una mera coincidenza. Ma la conseguenza delle politiche di chiusura della fortezza Europa. Se chiudiamo i canali legali, la domanda di emigrazione si sposta sui canali del contrabbando. È una legge molto antica. Se vogliamo smettere di contare i morti in mare bisogna “legalizzare” il viaggio, ovvero permettere a quei centomila che ogni anno attraversano il mare, di viaggiare in aereo con un visto delle nostre ambasciate sui loro passaporti. E per farlo bisogna semplificare le regole dei visti. L'alternativa è la guerra in frontiera, ovvero il proseguo delle politiche di 
immobilità degli ultimi vent'anni che hanno causato nel Mediterraneo almeno ventimila morti. 


5) Il film ha ricevuto una bellissima accoglienza a Venezia. Ci vuoi raccontare come è andata e se te la aspettavi? Avete già pensato a come ripartire da questo successo per ulteriori progetti?"

L'accoglienza di Venezia è stata straordinaria. Diciassette minuti di standing ovation, la stampa impazzita per il nostro white carpet di spose, una commemorazione commovente dedicata ai morti in mare sul confine, tre premi... Non potevamo sperare di meglio. Ed è stato il migliore lancio possibile per il nostro film. L'obiettivo infatti è quello di uscire dai soliti circoli. Non siamo snob, non vogliamo parlare agli esperti da convegno sull'immigrazione. Vogliamo raggiungere il grande pubblico, provare a sdoganare l'idea della libera circolazione con questa gran bella storia. E se il buon giorno si vede dal mattino, ci stiamo riuscendo! Prossimi progetti? Una bella vacanza, visto che undici mesi stiamo lavorando sette giorni su sette a questo progetto. Una fatica immensa, ripagata ampiamente dal calore con cui il pubblico sta accogliendo il film. A proposito, dal 9 ottobre saremo al cinema! Passate parola!


Vai al trailer ufficiale del film

lunedì 8 settembre 2014

Richieste di asilo nell'UE ed esiti. Il rapporto di Eurostat sul primo quarto del 2014.




L’8 luglio, il giorno dopo l’uscita della relazione EASO sul 2013, da noi esaminata nel precedente post, Eurostat ha pubblicato il suo rapporto relativo al primo quarto del 2014. 
Di seguito presentiamo i dati più significativi. 


venerdì 5 settembre 2014

La Relazione dell'EASO sull'asilo nell'Unione Europea nel 2013

Il 7 luglio l'EASO ha pubblicato la consueta Relazione annuale sulla situazione dell'asilo nell'Unione Europea
Obiettivo della relazione è fornire un quadro complessivo, attraverso l’analisi delle richieste di protezione internazionale presentate negli Stati Membri e delle decisioni adottate. Un’ulteriore finalità, prevista dall’art 12 del regolamento istitutivo dell’EASO, è quella di rafforzare la qualità, la coerenza e l’efficacia del sistema europeo comune di asilo, anche attraverso la valutazione dei risultati delle azioni svolte dall’EASO stessa. 
Con questo post analizzeremo la relazione, cercando di capire se e in che modo essa soddisfi gli ambiziosi obiettivi che le sono affidati.






martedì 2 settembre 2014

Spostarsi nel Regno Unito per lavoro. Come fare? - Asylum Lottery

Riprendiamo le pubblicazioni dopo la pausa estiva con un post della nostra rubrica Asylum Lottery, il luogo dove cerchiamo di analizzare il fenomeno della circolazione all'interno dell'Unione europea di richiedenti e titolari di protezione. 
Come ricorderà chi ha seguito questa rubrica negli scorsi mesi, abbiamo dapprima pubblicato una serie di interventi di operatori italiani in merito al fenomeno - tuttora molto diffuso e anzi certamente in aumento - dell'abbandono dell'Italia alla ricerca di altre opportunità. Quindi, abbiamo cominciato - grazie anche alla collaborazione di operatori del settore che lavorano all'estero - a pubblicare alcune brevi informazioni su come fare per spostarsi, regolarmente, in altri Paesi europei. Informazioni che, per quanto limitate, crediamo possano servire - almeno come base di partenza - ai tanti operatori italiani che si sentono rivolgere questa domanda: "come posso fare per andare in un altro Paese a lavorare?
Come si sa, la normativa europea non disciplina questo aspetto, limitandosi a prevedere la possibilità per i titolari di protezione, se in possesso di alcuni requisiti, di circolare nell'area Schengen per un massimo di tre mesi, come turisti. Occorre dunque fare riferimento alle legislazioni dei singoli Stati membri. Finora abbiamo analizzato i casi della Svezia e della Germania. Oggi ci occupiamo di un Paese sempre un po' "particolare", il Regno Unito.

Ricordiamo che i contributi della rubrica Asylum Lottery si possono trovare nella pagina dedicata e invitiamo come sempre tutti a inviarci commenti, suggerimenti, riscontri. 
Buona lettura!