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domenica 9 dicembre 2012

Relazione semestrale sul funzionamento dell'area Schengen

Il 23 novembre la Commissione ha pubblicato la sua seconda relazione semestrale sul funzionamento dell'area Schengen.


La relazione copre il periodo 1°maggio – 31 ottobre 2012 ed è interessante anche per noi darci un'occhiata per le ovvie ripercussioni sull'asilo della politica UE in materia di confini (esterni e interni) e visti.

Sotto, i punti per noi più interessanti della relazione della Commissione.

giovedì 8 novembre 2012

Liberalizzazione dei visti, abuso dei sistemi di asilo e diritti umani - Il caso dei Balcani occidentali


Il 5 e 6 novembre si è svolto a Tirana un incontro fra i ministri responsabili per gli Affari Interni dei Paesi dei Balcani occidentali, la Commissione europea e la presidenza di turno cipriota dell'UE.


Fra gli argomenti discussi, di particolare interesse per noi è la questione della "liberalizzazione" dei visti. Infatti, come noto, ormai tutti i Paesi dei Balcani occidentali – ad eccezione del Kosovo – sono stati inseriti dall'UE nella c.d. "lista bianca", cioè quella lista (contrapposta alla c.d. "lista nera") che elenca i Paesi i cui cittadini sono esentati dall'obbligo di essere in possesso di un visto all'atto di entrare per periodi brevi (fino a tre mesi) nello spazio Schengen.

mercoledì 5 settembre 2012

Ripresa delle attività - Alcune segnalazioni

Dopo alcune settimane di silenzio, dovute alla pausa estiva, in questo primo post rendiamo conto di alcuni materiali interessanti pubblicati nelle scorse settimane ma che abbiamo avuto tempo di leggere soltanto ora. 
Grazie a chi ci vorrà fare avere segnalazioni di documenti, studi, iniziative che potrebbero esserci sfuggiti in quest'ultimo periodo!

Nei prossimi giorni riprenderemo la nostra normale attività di informazione e commento sulle principali novità in materia di asilo a livello europeo. Attività che si presenta oltremodo difficile, in considerazione del periodo decisivo per il futuro del Sistema europeo comune di asilo.
A breve, speriamo inoltre di poter presentare alcune novità all'interno di questo blog (anch'esse causa parziale del nostro silenzio di questi giorni), che ci auguriamo possano incontrare il vostro interesse.


mercoledì 18 luglio 2012

Verso la liberalizzazione dei visti Schengen per i cittadini moldavi - La relazione della Commissione



Il 22 giugno scorso la Commissione europea ha pubblicato la sua terza relazione sull'attuazione da parte della Repubblica Moldova del Piano d'Azione sulla liberalizzazione dei visti.
Il Piano d'Azione, presentato il 24 gennaio 2011, prevede una serie di parametri da rispettare, sia per quanto riguarda l'adozione di adeguati strumenti legislativi, sia per quanto riguarda la loro concreta applicazione, per arrivare – al termine del percorso – all'esenzione dell'obbligo per i cittadini moldavi di essere in possesso di un visto per entrare nell'area Schengen.
Si tratta di un percorso piuttosto standardizzato: in seguito alla firma di un accordo di riammissione (siglato fra l'UE e la Moldova nel 2007 ed entrato in vigore il 1° gennaio 2008), cui si accompagna generalmente un accordo sulla facilitazione per l'ottenimento dei visti per entrare nell'area Schengen, si avvia un Piano di Azione per arrivare, in cambio del rispetto dei parametri fissati dall'Unione, alla c.d. liberalizzazione dei visti, cioè all'eliminazione dell'obbligo di visto per i cittadini di quel determinato Paese.

La relazione del 22 giugno è l'ultima della “prima fase”, ovvero quella riguardante l'adozione da parte della Moldova di un idoneo quadro normativo e istituzionale.
Con il post di oggi guardiamo brevemente questa relazione, soffermandoci solo su quanto è più rilevante ai nostri fini.
Prendiamo atto comunque che la Commissione complessivamente giunge a concludere che la Repubblica Moldova ha fatto “costanti ed effettivi progressi” e che le norme richieste dal Piano d'Azione sono tutte state adottate. Gli obiettivi della “prima fase” del Piano sono dunque stati raggiunti.
La Commissione darà ora avvio alla “seconda fase” del Piano, passando in particolare a monitorare la concreta applicazione della normativa, a partire dall'adozione dei necessari strumenti attuativi e dall'allocazione da parte della Repubblica Moldova di appropriate risorse umane ed economiche per far fronte agli impegni presi.

lunedì 2 luglio 2012

Il testo dell'accordo di riammissione UE-Turchia.


Il 21 giugno Unione europea e Turchia hanno trovato una convergenza, dopo più di 7 anni di negoziati, sul testo di un accordo di riammissione di persone irregolarmente soggiornanti.
Quanto all'Unione europea, il Consiglio dell'UE (del 26 giugno) ha già autorizzato la firma dell'accordo. Si dovrà ora attendere il consenso del Parlamento europeo prima di poter procedere.
L'accordo entrerà in vigore comunque solo una volta che entrambe le parti (UE e Turchia) avranno firmato il testo e si saranno notificate reciprocamente la ratifica.

Si tratta di un accordo molto importante, sotto molteplici punti di vista. La Turchia è infatti considerata, come noto, un Paese chiave per la lotta all'immigrazione irregolare, dal momento che un numero elevato di persone che entrano irregolarmente nel territorio dell'UE lo fa proprio in provenienza da quel Paese, come ci raccontano i rapporti di Frontex.
Si capisce dunque perché l'Unione ritenga da tempo la conclusione di tale accordo una priorità (V. Programma di Stoccolma, p. 36, punto 7.5).

Dal canto suo, la Turchia – forte della sua crescente importanza geopolitica, oltre che di questo ruolo di "Paese chiave" nella lotta all'immigrazione irregolare (ruolo da cui è possibile avanzare pretese) – ha ovviamente messo sul tavolo delle trattative le proprie richieste per arrivare all'accordo. 
Richieste che, in particolare, si sono concentrate nell'area dei visti per l'ingresso dei cittadini turchi nell'area Schengen.
E, se è vero che il Consiglio dell'Unione ha già invitato la Commissione a muoversi in direzione di una liberalizzazione dei visti (come prospettiva graduale e di lungo periodo), è altrettanto chiaro che la Turchia non firmerà l'accordo di riammissione fino a che non si sarà avviata per lo meno una "road map" verso la liberalizzazione dei visti nei confronti dei cittadini di quel Paese.

Vediamo comunque questo accordo più da vicino.

lunedì 4 giugno 2012

Focus su Schengen. Quale futuro per lo spazio senza controlli alle frontiere interne? - Parte 2


Come anticipato, oggi parliamo delle "Linee guida per assicurare un'applicazione e interpretazione coerenti delle regole (l'acquis) di Schengen" contenute nell'allegato II alla Relazione biennale sul funzionamento dello spazio Schengen, pubblicata dalla Commissione europea lo scorso 16 maggio (V. nostro precedente post qui).

Le linee guida si concentrano solo su due aspetti - identificati dalla Commissione come i punti più appropriati per l'emanazione delle stesse - e sono il frutto di una serie di incontri con i rappresentanti degli Stati membri, tenutisi nella seconda metà del 2011.

Non si tratta in sé e per sé di uno strumento vincolante, anche se – come si dirà meglio in seguito – alcune di queste "linee guida" contengono indicazioni piuttosto precise.

Come già detto nel nostro precedente post, è ovviamente impossibile considerare le attuali proposte di modifica delle regole (l'acquis) di Schengen (di cui di occuperemo in un prossimo messaggio) e queste "linee guida" in maniera separata dal periodo e dal contesto in cui sono state generate: un periodo di crisi economica e di nuove o rinnovate paure e spinte xenofobe e solo pochi mesi dopo la vibrante polemica tra Francia e Italia – e forse ancor di più tra Francia e Italia unite contro la Commissione europea - seguita al rilascio da parte dell'Italia di permessi di soggiorno temporanei ai migranti tunisini arrivati nei primi mesi del 2011.

venerdì 25 maggio 2012

Focus su Schengen. Quale futuro per lo spazio senza controlli alle frontiere interne? - Parte 1


Il 16 maggio la Commissione ha pubblicato una Comunicazione intitolata "Relazione biennale sul funzionamento dell'area Schengen 1 Novembre 2011 – 30 Aprile 2012".
Si tratta di un "check up" sullo stato di salute della cooperazione Schengen, che la Commissione si era impegnata a presentare in occasione di una sua precedente Comunicazione del 16 settembre 2011 ("Governance Schengen – Rafforzare lo spazio senza controlli alle frontiere interne").

La Comunicazione del 16 maggio è finalizzata a rafforzare l'indirizzo politico e la cooperazione fra i Paesi partecipanti a Schengen e in particolare vorrebbe costituire - come si legge nell'Introduzione - la base per un "dibattito regolare nel Parlamento europeo e nel Consiglio".

Un importante allegato (il numero II) alla Comunicazione contiene poi delle "Linee Guida per assicurare un'applicazione e interpretazione coerente delle regole (l'acquis) di Schengen", che si concentrano in particolare
  1. sul rilascio di permessi di soggiorno temporaneo e titoli di viaggio a cittadini stranieri e
  2. sulle misure di polizia nelle zone di confine interno.

sabato 15 ottobre 2011

Avvio del Sistema di Informazione Visti (VIS)


L'11 ottobre, dopo diversi rinvii, si è avviato il VIS (Visa Information System).
Cos'è e come funziona?
In poche parole, si tratta di un gigantesco database centralizzato che collega i consolati dei Paesi Schengen, all'interno del quale verranno inseriti i dati biometrici (in particolare ovviamente le impronte digitali) di tutti coloro che richiedono un visto di breve durata per entrare in uno dei Paesi dell'area Schengen, nonché le decisioni prese a riguardo.

Lo scopo principale è quello di facilitare lo scambio di questi dati fra i Paesi membri, agevolando sia la procedura per esaminare la richiesta di visto ai consolati, sia i controlli ai valichi di frontiera esterni, dove, confrontando ad esempio le impronte digitali con quelle inserite nel database centralizzato, le guardie di frontiera potranno verificare se la persona che trovano di fronte è la stessa che ha ottenuto il visto dal consolato. 
L'avvio del VIS sarà graduale: i primi consolati ad essere collegati sono quelli presenti nei Paesi del Nord Africa.

domenica 7 agosto 2011

370 Milioni di euro al Fondo Europeo per le Frontiere Esterne nel 2012


La Commissione ha deciso di stanziare 370,1 Milioni di euro a disposizione degli Stati membri per azioni nel campo della gestione dei confini esterni e della politica dei visti. 
Si tratta di una cifra notevole, più alta di circa il 35 % rispetto al 2011. 

E' del tutto superfluo ricordare l'importanza che le azioni di prevenzione dell'immigrazione illegale, come quelle finanziabili attraverso questo Fondo, hanno sulle persone in cerca di protezione internazionale
Per questo si fornirà qui una breve descrizione della proposta della Commissione.

La stragrande maggioranza dei soldi andrà ai programmi nazionali (321,9 Mililoni), il resto sarà diviso tra azioni transnazionali, azioni specifiche e l'azione speciale per facilitare il transito di cittadini russi verso Kaliningrad attraverso la Lituania.

La Commissione, per il 2012, ha identificato 5 aree che beneficieranno del supporto del Fondo:
- investimenti nel Sistema Informativo Schengen (SIS)
- investimenti nel Sistema di Informazione Visti (VIS)
- creazione di centri nazionali di coordinamento nel contesto del progetto Eurosur
- utilizzo delle apparecchiature tecnologiche per il controllo dei confini (ad es., i sistemi automatici negli aeroporti)
- promozione della cooperazione fra Stati nel rilascio dei visti (soprattutto nella creazione di centri comuni per la presentazione delle domande)

Fra gli Stati membri, quello che riceverà più soldi è l'Italia (52,7 Milioni), seguita da Spagna (48,1) e Grecia (44,7).


La base giuridica del Fondo è la Decisione N° 574/2007/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 maggio 2007 che istituisce il Fondo per le frontiere esterne per il periodo 2007-2013, nell'ambito del programma generale "solidarietà e gestione dei flussi migratori"


NB: Regno Unito e Irlanda non sono vincolate dalla Decisione e non partecipano al Fondo. Islanda, Norvegia, Svizzera e Liechtenstein partecipano al Fondo sulla base dei rispettivi Accordi conclusi con l'Unione


venerdì 3 giugno 2011

Visti Schengen - Proposta per modificare il Regolamento del Consiglio (CE) 539/2001


La Commissione ha presentato una proposta per la modifica del Regolamento (CE) n° 539/2001 del Consiglio del 15 marzo 2001 che adotta l'elenco dei Paesi terzi i cui cittadini devono essere in possesso del visto all'atto dell'attraversamento delle frontiere esterne e l'elenco dei Paesi terzi i cui cittadini sono esentati da tale obbligo. 
 
Tale Regolamento è rilevante ai fini della protezione internazionale in quanto tutti i Paesi di origine della maggior parte dei richiedenti asilo in UE sono inseriti all'interno della c.d. “lista nera”, cioè la lista di quei Paesi i cui cittadini devono possedere un visto per entrare nell'area Schengen. 
Questo fatto, combinato con le misure nei confronti dei vettori (che sanzionano coloro che trasportano verso gli Stati Membri persone prive dei necessari documenti per entrare), fa sì che per coloro che intendano raggiungere l'Unione europea per chiedere protezione non restino altre vie che l'ingresso irregolare.

In sostanza, è chiaro, stiamo parlando del più potente mezzo usato dagli Stati per impedire l'ingresso di migranti e richiedenti asilo nel loro territorio.

La proposta della Commissione, tuttavia, non intacca minimamente questo aspetto (non avrebbe del resto avuto grande seguito presso il Consiglio....), concentrandosi invece soprattutto sulla possibilità di reintrodurre temporaneamente l'obbligo di visto per uno o più Paesi attualmente nella c.d. “lista bianca”, in caso di situazioni di emergenza. 
 
La reintroduzione dell'obbligo di visto non sarebbe automatica, ma a seguito di una valutazione e decisione della Commissione. Fra le cause che possono portare all'attivazione di questa “clausola di salvaguardia”, secondo la proposta della Commissione, vi è anche un improvviso aumento di almeno il 50% in un periodo di sei mesi (paragonato con il precedente semestre) del numero di domande di asilo presentate dai cittadini del paese terzo in questione e per cui il tasso di accoglimento è stato inferiore al 3% durante il precedente semestre. 

Benché la proposta non sia ovviamente diretta in maniera specifica verso un Paese terzo, è probabile che gli estensori avessero in mente i Paesi dei Balcani occidentali recentemente spostati dalla “lista nera” alla “lista bianca”. 
Nei confronti di questa liberalizzazione dei visti si sono infatti sollevate nei mesi scorsi diverse polemiche, soprattutto per l’incremento delle domande di asilo presentate da cittadini serbi, con esito negativo in prima istanza per la quasi totalità.

Un'altra modifica che rileva ai fini della protezione internazionale riguarda Regno Unito e Irlanda e deriva direttamente dal fatto che questi due Stati non partecipano alla cooperazione Schengen e dunque non sono vincolate dal Regolamento in questione. La proposta mira a colmare la lacuna, stabilendo che gli altri Stati Membri possono decidere su base individuale se richiedere o meno un visto ai rifugiati riconosciuti e agli apolidi residenti nel Regno Unito o in Irlanda e che volessero entrare nell'area Schengen.