Segue breve presentazione.
Sorgoni
B. (a cura),
Chiedere asilo in Europa. Confini margini e soggettività,
in «Lares»
vol. LXXVII n.1, 2011.
Benché per i soggetti
migranti possa risultare difficile separare nettamente i motivi
economici da quelli politici all'origine del proprio viaggio, o
misurarne il grado di volontarietà, le migrazioni forzate si
distinguono da quelle meramente economiche quantomeno per il potere
“plasmatico” delle istituzioni nazionali e sovra-nazionali.
Richiedente asilo e rifugiato sono essenzialmente categorie
giuridiche co-costruite da differenti soggetti all'interno di
complesse relazioni burocratiche e pratiche amministrative ordinarie.
Tali relazioni e pratiche si vanno via via uniformando con l’adozione
di un comune regime europeo dell’asilo, ma permangono ancora
sostanziali differenze tra gli Stati.
Il volume di Lares
sull'asilo presenta un’analisi comparata delle politiche e delle
pratiche di determinazione dello status di rifugiato in vari Stati
europei, e delle diverse forme di gestione dell’iter procedurale
che le accompagna.
A partire da lunghi periodi
di osservazione etnografica svolta dai diversi autori nei rispettivi
contesti di ricerca, i saggi proposti esplorano modalità
amministrative e pratiche quotidiane con cui viene gestita l’attesa
all'interno di Centri di differente natura in 3 paesi del nord
Europa: un centro di accoglienza danese situato su un’isola del Mar
Baltico e gestito dalla Croce Rossa (Whyte); un centro di detenzione
amministrativa nel Regno Unito gestito da rappresentanti dello Stato
e da personale di una ditta privata (Griffiths); due Centri di
accoglienza per richiedenti asilo in Francia, finanziati dallo Stato
e interamente gestiti da personale del settore sociale (Kobelinsky).
Vengono poi affrontate le dinamiche relazionali tra potere e fiducia,
tra richiedenti asilo e operatori o esperti legali, sia in un CARA
italiano (Pinelli), sia in spazi meno formalmente strutturati come
quello di una Ong ateniese che garantisce assistenza legale ai
richiedenti asilo (Cabot) o il Centro Frantz Fanon di Torino che
fornisce assistenza e cura ai migranti (Taliani). Il primo e l’ultimo
saggio (rispettivamente Sorgoni, e Vacchiano) portano l’attenzione
sul tema della frontiera, inquadrando i servizi per i richiedenti
asilo in una cornice che collega globale e locale.
Come scrive Pietro Clemente
nell'editoriale: “Leggere il presente dei rifugiati europei in
queste pagine, così contiguo con mondi coloniali, reclusori,
discriminatori, è uno strumento forte per leggere l’Europa
contropelo. Il tema dell’universalismo dell’individuo liberale, o
della persona cristiana si rivela drammaticamente falso nelle azioni
istituzionali che si fanno dispositivi di coercizione, costrizione,
creazione di ‘carriere morali’”.